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Volare in terra e camminare in cielo

lunedì 1 febbraio 2010

Un peccato imperdonabile


Possibile che esista un peccato che non verra' mai perdonato e a dirlo sia proprio Gesu' il Salvatore?
Quale sara' il peccato che mi condannera' definitivamente?
A quale punto dobbiamo spingerci per non essere perdonati?

Eppure Gesu' lo disse a chiare lettere. (Dal Vangelo secondo Matteo):

«Qualunque peccato e bestemmia sarà perdonata agli uomini, ma la bestemmia contro lo Spirito non sarà perdonata. A chiunque parlerà male del Figlio dell'uomo sarà perdonato; ma la bestemmia contro lo Spirito non gli sarà perdonata né in questo secolo, né in quello futuro».

Chiediamo ai Pontefici, infallibili (su questo mi prometto di fare un approfondimento) nella verita' di fede.

Il Catechismo Maggiore di Papa Pio X elenca i sei peccati contro lo Spirito Santo:

* Disperazione della salvezza (Erronea convinzione che la misericordia di Dio non potrà salvarci perchè abbiamo commesso peccati troppo gravi)
* Presunzione di salvarsi senza merito
* Impugnare la verità conosciuta
* Invidia della grazia altrui
* Ostinazione nei peccati
* Impenitenza finale (Non pentirsi in punto di morte dei peccati commessi)

Ho notato inoltre che un tema ricorrente sembra essere "la convinzione in quanto al peccato" ruolo importanissimo dello Spirito Santo. Sembra un punto centrale, il grimaldello per comprendere... mi affido al Papa Giovanni Paolo II, vediamo cosa dice in merito.
E Il Papa Ioannes Paulus PP. II Dominum et vivificantem. Sullo Spirito Santo nella vita della Chiesa e del mondo 1986.05.18.

Allorché Gesù, durante il discorso nel Cenacolo, annuncia la venuta dello Spirito Santo «a prezzo» della propria dipartita e promette: «Quando me ne sarò andato, ve lo manderò», proprio nello stesso contesto aggiunge: «E quando sarà venuto, egli convincerà il mondo quanto al peccato, alla giustizia e al giudizio»

Dice infatti così: «Egli convincerà il mondo quanto al peccato, alla giustizia e al giudizio. Quanto al peccato, perché non credono in me; quanto alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più; quanto al giudizio, perché il principe di questo mondo è stato giudicato».
Lo Spirito Santo, che assume dal Figlio l'opera della redenzione del mondo, assume con ciò stesso il compito del salvifico «convincere del peccato». Questo convincere è in costante riferimento alla «giustizia», cioè alla definitiva salvezza in Dio, al compimento dell'economia che ha come centro il Cristo crocifisso e glorificato. E questa economia salvifca di Dio sottrae, in certo senso, l'uomo dal «giudizio», cioè dalla dannazione, con la quale è stato colpito il peccato di Satana, «principe di questo mondo», colui che a causa del suo peccato è divenuto «dominatore di questo mondo di tenebra». Ed ecco che, mediante tale riferimento al «giudizio», si schiudono vasti orizzonti per la comprensione del «peccato», nonché della «giustizia». Lo Spirito Santo, mostrando sullo sfondo della Croce di Cristo il peccato nell'economia della salvezza (si potrebbe dire: «il peccato salvato»), fa comprendere come sia sua missione «convincere» anche del peccato che è già stato giudicato definitivamente («il peccato condannato»).

E in merito alla condizione di peccato contro lo Spirito Santo:

47. L'azione dello Spirito di verità, che tende al salvifico «convincere quanto al peccato», incontra nell'uomo che si trova in tale condizione una resistenza interiore, quasi un'impermeabilità della coscienza, uno stato d'animo che si direbbe consolidato in ragione di una libera scelta: è ciò che la Sacra Scrittura di solito chiama «durezza di cuore». Nella nostra epoca a questo atteggiamento di mente e di cuore corrisponde forse la perdita del senso del peccato ...


A questo punto dico io, quando il Maestro parlava del peccato contro lo Spirito in realta' mettendo insieme la parola peccato (non accettazione di Dio) e Spirito Santo (colui che convincera' quanto al peccato), in questo tipo di caduta sembra proprio che l'uomo rifiuti quel «convincere quanto al peccato», l'uomo dotato del libero arbitrio puo' ostinarsi e dire"io non mi pento". Quando questo succede io penso al Padre mio Dio e a quanto possa soffrire nel vedere un prorpio figlio cadere nell'inferno, quanto possa soffrire Gesu' nel vedersi rifiutare, lui che ha sofferto cosi' tanto per noi che ha dato TUTTO per noi. Ma nonostante questo, nonostante Dio abbia questo dolore di un figlio perduto, di un' anima finita nell'inferno avente come maggior esponente proprio il «principe di questo mondo», Dio non puo' far altro che lasciarlo andare per sempre.
Potrebbe Dio perdonare i nostri peccati senza che noi ne accettassimo la sua remissione? Non puo' farlo. Potremmo noi fare un regalo a un nostro amico senza che lui lo voglia? Il dono resterebbe li' e lui, non saprebbe che farsene. Se Dio ci perdonasse senza che noi accettassimo lo Spirito Santo, a cosa sarebbe servita la venuta di Gesu'? A nulla! Gesu' fa parte del disegno di Dio, Gesu' e lo Spirito Santo da lui mandato sono la via alla misericordia di Dio, quella misericordia che gia' nell'etimo ci fa comprendere la nostra natura, la nostra miseria che con Gesu' puo' trovare compassione nel cuore di Dio. Gesu' ha portato lo Spirito Santo e con lui la misericordia definita da Sant'Agostino come "la compassione del nostro cuore per la miseria altrui, che ci porta a soccorrerla, se possiamo". E Maria lo aveva capito questo, ha accolto Gesu' per noi con il suo infinito amore.

Nella ricerca del significato del peccato contro lo Spirito Santo ho trovato il ricordo del giorno in cui Suor Faustina diceva a Gesù:
«Signore, ti ho dato tutto, non possiedo più nulla da poterti offrire!». — E Gesù le disse: «Figlia mia, non mi hai offerto quello che è realmente tuo». — Mi concentrai, dice Suor Faustina, in me stessa e conobbi di amare Dio con tutte le forze dell’anima e non potendo capire quale fosse la cosa che non avessi dato al Signore, domandai: Gesù, dimmelo e te la darò subito con generosità di cuore. — Gesù mi disse con bontà: «Figlia, dammi la tua miseria poiché essa è tua esclusiva proprietà». — All’istante un raggio di luce illuminò la mia anima e conobbi tutto l’abisso della mia miseria.

Puo' capitare che il nostro cuore ci chiede di riconciliarsi con Dio ma si rimandi il momento della confessione pensando "poi lo faccio, magari quando ho piu' tempo, la prossima settimana"? Puo' succedere? Mi chiedo, potrebbe essere che in quel momento Il Signore sia passato e noi tentati gli abbiamo detto no? Satana e' il re dell'inganno, il re del "si puo' fare domani". Ecco, in questo percorso di comprensione di un peccato imperdonabile come quello contro lo Spirito Santo, capisco l'importanza della confessione, di questa accettazione dello Spirito d'amore, dono gratuito di Dio per noi.

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