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Volare in terra e camminare in cielo

domenica 21 febbraio 2010

Eco del tempo nuovo

Ogni casa aveva una vista
su cielo o terra o mare e a volte mista.
Bambini giocavano con altri bambini
cosi' come uomini si abbracciavano senza inchini.
Vi erano giorni in cui le spose amavano i propri sposi,
con essenza di donna, profumo di uomo e che nessuno osi.
Conoscevo giorni in cui si sapeva che il conflitto ci appartiene
se non che ben altra cosa e' la guerra che nulla lascia e tutto tiene.

Spero che di giorni passati narreremo,
perche' proprio te cielo colpiremo.
Desiderio,
desta ogni sguardo da lui siderio,
prima che il cuore tuo sia infranto
da terre nascoste nonostante in pianto,
da cotante sottili nubi e senza luce,
da orizzonti morti seppur in nuce.

Or se desueto possa sembrare,
che proprio a me stesso, in quanto uomo, andassi a pregare,
allor le donne tutte andro' a supplicare.

Ma da chi altro io potro' mai andare
per far in modo che si continui ancora ad amare:
da te io mi reco Santissima Maria di Gesu',
salva questi valori impoveriti da non so' cosa piu'.
Proteggi sempre la vita,
scaccia chi su di essa voglia metter le dita,
che nessun entusiasmo venga piu' spento
e non esista emozione che affoghi ancor il suo lamento.
Salva il bacio, dalla sua ormai cosmetica esistenza,
e il sesso, deprivato della parola persona e della sua vera essenza.

E se tu donna mi ascolterai
e tu o mio Dio  un giorno vorrai,
salva tutti i tuoi figli da queste mura
immerse in tutta questa vecchiura,
vecchiura fatta di luccichii e nomi altisonanti
piuttosto che bimbi seppur piu' importanti.
Sappiano i tuoi figli vivere ogni giorno come l'ultimo di un dono,
in ogni tempo che e' e che sara' nuovo
seppur eco di un passato sghembo
di un giorno coartato e privo di ogni suo lembo.

Marco Ciambra
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martedì 16 febbraio 2010

C'e' chi si chiede: "PERCHE' I CANI CHE MORDONO DOBBIAMO SOPPRIMERLI...E GLI UOMINI CHE STUPRANO NO ???"


Rispetto l'uomo e gli animali come cerco di rispettare tutto cio' che mi circonda compreso cio' che e' inanimato questo perche' anche l'inanimato, il mio corpo, l'acqua e minerali che mi compongono sono parte di me e gli animali con me vivono nella mia stessa casa che si chiama Terra una casa che mi sono ritrovato da quando sono nato senza aver fatto nulla.


Da un punto di vista biologico, neurologicamente parlando, l'animale non ha le stesse funzioni cognitive dell'uomo, quelle funzioni che permettono di avere una vita spirituale e tante altre capacita' che solo l'uomo puo' avere, quella neocortex vanto della razza umana. Quest’area cerebrale neocorticale consente di dare ai nostri impulsi emotivi una risposta più analitica o appropriata, modulando l’amigdala e le altre aree limbiche (patrimonio unico degli animali) per dare una risposta non semplicemente condizionata ma situata cioe' immersa in una situazione.
Gli animali provano emozioni e' vero e quindi soffrono ma per questo sono come, per questo sono uguali all'uomo? No, le emozioni animali sono primordiali , paleoencefaliche (ansia, paura, abbandono, etc.) e il rimurginare, l'astrazione (e non solo) sono e restano capacita' umane o eventualmente capacita' che noi uomini attribuiamo agli animali (dandogli un nome umano, parlandogli, etc.).
Altro spunto di riflessione suscitato dalla domanda e' se gli animali si pentano e promettano a se' stessi di non rifarlo?
Nella domanda vengono paragonati il pentimento dell'animale a quello dell'uomo, queste due componenti vengono poste su uno stesso livello. Un animale che uccide lo fa' perche' reagisce a degli stimoli ma PUO' andare oltre questo come l'uomo? Cioe', se la domanda avesse senso dovrebbe avere senso dire che l'animale ha la capacita' di rendersi conto di aver sbagliato... se ce l'ha (ma non ce l'ha) in base a quali valori e' il suo giudizio? Il fatto che noi addestriamo un animale non vuol dire che lui abbia coscienza dell'errore in se' ma semplicemente di fare qualcosa per avere un'altra cosa. L'uomo invece si pente e anche se stupra PUO' essere che un giorno chieda perdono, che un giorno diventi una nuova persona... o tutti quelli che stuprano possono gia' morire? E se fosse nostro figlio o nostro padre o nostro fratello o una persona che amiamo che stupra un'altra, mi chiedo la penseremmo allo stesso modo? L'uomo puo' pentirsi ci DOBBIAMO credere, ma l'animale non credo che abbia questa dote...o no? E se non ci crediamo allora e' naturale pensare che possa essere ammazzato.
Penso che scientificamente parlando si possa ammettere che l'animale sia "inferiore" almeno nelle sue capacita' cognitive.

Dal punto di vista spirituale le rotte sono molteplici e meno definite quindi non posso far altro che andare verso quelle per me piu' credibili e che danno piu' frutti. Facendo un viaggio e passando per teologi come Tommaso d'Acquino e filosofi come Socrate, Aristotele e Platone il concetto di anima ha avuto delle evoluzioni ed e' andato differenziandosi da quello di componente spirituale interna dell'uomo a componente unificatrice di corpo e spirito. Analizzando quindi questi passaggi si puo' dire che lo spirito sia parte di tutti gli esseri viventi tanto da poter dire, in una visione teologica, che lo spirito e il soffio divino da cui origina (nell'etimo spirito richiama infatti proprio al pneuma da cui proviene) sia lo stesso.

Papa Giovanni Paolo II nel 1990 si espresse in tali termini: "La Genesi ci mostra Dio che soffia sull'uomo il suo alito di vita. C'è dunque un soffio, uno spirito che assomiglia al soffio e allo spirito di Dio. Gli animali non ne sono privi."

Quindi lo spirito lo hanno tutti cosi' come la carne. Sembra a questo punto mancare una componente fondamentale... l'anima, la nostra anima per cui Gesu' stesso e' morto.
L'anima diviene unificatrice in toto di ogni nostro dono (o elemento) e in effetti questa conoscenza e' coerente a una sensazione unica a cui solo l'uomo riesce ad arrivare, quella percezione di insieme corpo e spirito che si muovono. L'uomo spesso ne esalta una o l'altra ma credo che l'anima e quella affiliazione divina di cui si fa' portatrice possa prendere parte della nostra vita solo se ci si rende conto che lo spirito e il corpo dovranno mettersi da parte per ospitarla. Beati quindi i poveri di Spirito perche' loro metteranno da parte questo spirito per poter dare spazio all'anima. Cosa soddisfa pienamente il bisogno d'armonia dell'uomo se non il vivere nell'unione di corpo e spirito? Penso a chi crede che i piaceri del corpo siano il massimo ma forse non ha mai provato i piaceri che lo spirito e il corpo insieme possano dare.
Quindi e' prorpio questa unificazione, di cui Tommaso D'Aquino ne aveva intuito gia' la verita', che non appartiene al mondo animale, l'unificazione del tutto di cui l'anima e con essa Dio e' portatrice.

Da questo punto credo inizi la confusione, la stessa e identica confusione che inizia per chi ha potere, per chi amministra, per chi in un certo qual modo e' "superiore" a un altro e ha il dominio...eh si' perche' anche tra noi uomini c'e' chi e' superiore e chi e' inferiore almeno per posizione sociale, lavorativa, etc. Il passaggio da superiore a dominatore, soppressore, dittatore e approfittatore e' breve ma inesorabile nelle sue conseguenze. Il passaggio non e' lungimirante e sembra spesso indolore ma alla lunga arriva il colpo su chi ha confuso la superiorita' con la supremazia, e il colpo arriva dalla rottura di quell'equilibrio che salva la sua stessa esistenza. Lo scotto si paga in quella scotomia, quella miopia che non ci ha reso consapevoli che la superiorita' e' responsabilita', un concetto cosi' semplice che senza andare tanto in alto e' ben chiaro sin da fonti fumettistiche ben note come Spiderman : il potere e' responsabilita'.


Detto questo e' necessario capire il perche' si arrivi a dover sopprimere un'animale. Se dovesse essere necessario forse dovrebbe esserlo solo nel caso in cui non ci sia altra via per tutelare l'uomo, ma che non ci sia altra via dopo averla cercata. Ad esempio mantenere un animale costa piu' di dare sostentamento a un bambino che muore di fame...sarebbe giusto perseverare nel tenerlo in vita se dall'altra ho un bambino morente? E' giusto mantenere in vita un cane (spendendo soldi perche' va anche curato oltre che nutrito) rinchiuso in un canile perche' aggressivo per chiunque, anche nel caso in cui si possano destinare quelle energie per salvare una vita umana o quando so' che quel cane potrebbe uccidere se lasciato per strada? E quando dico giusto non e' il giusto egoistico fine a un essere umano ma il giusto in una visione ampia del termine, nella visione di permettere che un essere umano continui a vivere nel mondo. Si potrebbe allora dire "ma se questo essere umano e' infame tanto da stuprare e uccidere a cosa serve?". In questo caso pero' ignoriamo il POSSIBILE che questo essere umano possa essere, e questo possibile, questo divenire, questa possibilita' potrebbe avvenire anche per pochissimo tempo, intendo la nostra dimensione di tempo. Dobbiamo pero' valutare che un nostro nanosecondo vissuto in Dio e' l'eterno. Il tempo dell'eterno e' nell'ora, l'eterno non ha altri tempi. Se accade anche per un brevissimo lasso di tempo che lo supratore e' una nuova persona, qull'attimo e' eterno.
A questo punto ci si puo' chiedere se possiamo amare un animale? Io lo faccio, allo stesso modo di un panorama, di un sole che sorge ma siamo sicuri che sono degni dello stesso identico amore destinato alle persone? Dello stesso affetto, in virtu' di tutto quello detto finora? Gli animali ci hanno trasportato per milioni di anni (e lo fanno ancora), sono nostri fedeli compagni, sanno fare anche cio' che l'uomo non sa' fare di suo come volare e vivere sott'acqua e spesso il vero contatto con loro ci fa' rendere conto da dove veniamo e quanto sia meravigliosa la semplicita' della natura. Uccidere una zanzara e qualsiasi animale non DEVE essere fatto gratuitamente ma se veramente necessario qualora comprometta la nostra esistenza, la nostra salute.

E' vero l'uomo PUO' comportarsi come un animale e anche peggio ma non perche' non ha altra scelta, lui sceglie di essere un animale anche se puo' essere altro. Un animale puo' fare questa scelta?
Io credo che gli animali e la natura siano da rispettare in quanto vivi come gia' detto altrove (http://odo-ital-founder.blogspot.com/2010/01/il-rispettoma-perche.html) e non solo, credo che vadano trattati con la delicatezza e il bene di cui la loro vita e' degna.
Ragionando su un asse verticale di nostra dominanza sugli animali, quell'asse tanto consumato, si puo' affermare che l'uomo sia superiore agli animali ma non credo che la superiorita' giustifichi il sentirsi tanto superiore ad essi, ne giustifichi la superbia e ogni azione, ne giustifichi le efferratezze gratuite che la natura deve subire gratuitamente o per il benessere superfluo dell'uomo. Se l'uomo e' superiore (e io credo lo sia) dovrebbe anche rendersi conto che lo e' di molto poco, anzi di pochissimo e avolte quasi ma dico quasi per nulla... quasi. Il dominio e la superiorita' sono stati oggetto di infamie da parte dell'uomo perche' la sua poca lungimiranza in molti casi lo ha portato a distruggere. In realta' dominio vuol dire responsabilita' di cio' che si domina e questa dimensione lascia spazio a una coordinata orizzontale e di armonia con la natura che l'egoismo umano puo' portare a ignorare.

Il rispetto per cio' che l'uomo puo' essere, dovrebbe portarci a credere che un'animale sia meno di un uomo, ma cio' che noi possiamo essere l'uomo puo' negarlo a se' stesso restando nella sua miseria, una miseria che puo' anche essere meno di un animale. La riflessione sugli animali e la natura ci offre una riflessione anche sulla nostra miseria, quella miseria che S.Francesco aveva capito tanto da insegnarci a non sentirci superiori in quanto uomini ma superiori solo e soltanto per la scelta di andare oltre ogni cosa di questo mondo. L'uomo forse non e' poi tanto superiore agli animali ma puo' esserlo se vuole e lo sara' comunque solo se riuscira' ad essere benevolo con il suo mondo e vivendo in armonia con esso.
Quindi se dovessimo chiederci perche' i cani che mordono si debbano sopprimere e un uomo che stupra no, allora dovremmo prima chiederci seriamente se sopprimiamo un cane per salvare la vita di un essere umano e se' cosi' fosse vuol dire che lo facciamo per un uomo che PUO' essere, per un uomo che PUO' andare oltre e non per un uomo che e' oltre o e' di suo tanto superiore agli animali; lo facciamo perche' scommettiamo su cio' che l'essere umano e' capace di essere.




Per chi e' cattolico come me ricordo le parole dei Papi in tal senso:


Papa Giovanni Paolo II nel 1990 si espresse in tali termini: "La Genesi ci mostra Dio che soffia sull'uomo il suo alito di vita. C'è dunque un soffio, uno spirito che assomiglia al soffio e allo spirito di Dio. Gli animali non ne sono privi."
Giovanni XXIII: " Se mi dicessero che per ottenere i miei scopi dovrei uccidere una formica io non l'ucciderei ".
Paolo VI, se non erro, rivolto ad un bambino che lamentava la morte di un suo animale: "Gli animali sono la parte più piccola della Creazione divina ma noi un giorno li rivedremo nel Mistero di Cristo".
Papa Luciani: "Uomo, vegetali, animali siamo tutti nella stessa barca; non si tocca l'uno senza che a lungo andare non si danneggi l'altro".
Giovanni Paolo II nel "Redemptoris Hominis": "Padroni e custodi intelligenti e nobili della natura e non sfruttatori e distruttori senza alcun riguardo" Ed ancora il Papa polacco : "E' necessario e urgente seguire l'esempio del povero di Assisi e decidere di abbandonare sconsiderate forme di dominio, cattura e custodia verso tutte le creature"

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giovedì 11 febbraio 2010

Amore io ti penso

Irrompi e a volte ti infrangi
e come ogni cosa che vola tu ti posi.
Ci sono giorni in cui i colori cangi
ma solo alcune albe in cui tu osi.
Io non sò però se è ora che io vorrei
sò però che non riesco ma tanto, proprio tanto, io ti terrei.
E se fosse proprio lì in quel gesto mancato,
in quella parola non detta,
ma che l'altro aspetta,
proprio quella e solo quella che colmerà lo iato?
Oggi tu passi lo sò e lo fai solo a volte,
come la fine e l'inizio
non dai mai alcun indizio.
E' questo l'affanno
di un amore un pò tiranno,
che nella vita è facile all'offesa
e che tanta ne ha di pretesa,
che a volte non sà se stringerti la mano
o guardare in cielo e dirti ti amo.
Spero tanto che siano accolte,
e come il mare che viene, siano tolte,
queste mie parole forse un pò frastornate,
che non sò come siano nate.

(Al mio amico Andrea) Marco Ciambra
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mercoledì 3 febbraio 2010

Preghiera. Per tutte le famiglie.


A tutte le famiglie cadute nella separazione dei cuori, al tranello del maligno del "lo fanno tutti, non si puo' fare altrimenti", che esse scoprano la risalita del perdono.

A tutti gli sposi che iniziano a pensare "non c'e' piu' speranza, ormai e' finita", prendano coscienza che il male rende ciechi e buia la nostra vista affinche' esso possa essere l'unico nostro rifugio.

A tutti i mariti e le mogli che si avvicinano al peccato e si lasciano tentare dal "farlo di nascosto" dal pensare "occhio che non vede cuore che non duole", inizino a pregare da subito e sappiano che il male ha gia' avvelenato la loro anima e nulla si puo' nascondere a Nostro Signore.

A tutte le spose e gli sposi che pensano "ho gia' sofferto abbastanza" affinche' ad essi sia dato sollievo e che sempre accolgano la tua lungimirante volonta' o Signore.

A tutti coloro che sono dubbiosi della potenza della misericordia, che facciano proprie le parole del nostro Sant' Agostino e che quindi sappiano accogliere nel proprio cuore la miseria del loro sposo con l'Amore che Gesu' ci ha insegnato.

A tutti gli sposi piu' vicini a Gesu', alle coppie esempio per tanti giovani e i loro figli, trofei ambiti del maligno, che essi siano guardiani attenti piu' di tutti alle insidie intelligenti del peccato, alle sue tentazioni, ai ricchi premi promessi dal male, affinche' essi continuino il grande affare dell'Amore.

O Maria Immacolata da ogni peccato, eterna vincitrice del maligno, regina della pace, allontana per sempre da ogni focolare le tentazioni del male, poniti sempre innanzi a noi a baluardo delle famiglie e aiuta tutti gli sposi affinche' la preghiera, il perdono e la vicendevole benedizione faccia breccia in ogni giornata.

Per questo ti preghiamo.

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lunedì 1 febbraio 2010

Un peccato imperdonabile


Possibile che esista un peccato che non verra' mai perdonato e a dirlo sia proprio Gesu' il Salvatore?
Quale sara' il peccato che mi condannera' definitivamente?
A quale punto dobbiamo spingerci per non essere perdonati?

Eppure Gesu' lo disse a chiare lettere. (Dal Vangelo secondo Matteo):

«Qualunque peccato e bestemmia sarà perdonata agli uomini, ma la bestemmia contro lo Spirito non sarà perdonata. A chiunque parlerà male del Figlio dell'uomo sarà perdonato; ma la bestemmia contro lo Spirito non gli sarà perdonata né in questo secolo, né in quello futuro».

Chiediamo ai Pontefici, infallibili (su questo mi prometto di fare un approfondimento) nella verita' di fede.

Il Catechismo Maggiore di Papa Pio X elenca i sei peccati contro lo Spirito Santo:

* Disperazione della salvezza (Erronea convinzione che la misericordia di Dio non potrà salvarci perchè abbiamo commesso peccati troppo gravi)
* Presunzione di salvarsi senza merito
* Impugnare la verità conosciuta
* Invidia della grazia altrui
* Ostinazione nei peccati
* Impenitenza finale (Non pentirsi in punto di morte dei peccati commessi)

Ho notato inoltre che un tema ricorrente sembra essere "la convinzione in quanto al peccato" ruolo importanissimo dello Spirito Santo. Sembra un punto centrale, il grimaldello per comprendere... mi affido al Papa Giovanni Paolo II, vediamo cosa dice in merito.
E Il Papa Ioannes Paulus PP. II Dominum et vivificantem. Sullo Spirito Santo nella vita della Chiesa e del mondo 1986.05.18.

Allorché Gesù, durante il discorso nel Cenacolo, annuncia la venuta dello Spirito Santo «a prezzo» della propria dipartita e promette: «Quando me ne sarò andato, ve lo manderò», proprio nello stesso contesto aggiunge: «E quando sarà venuto, egli convincerà il mondo quanto al peccato, alla giustizia e al giudizio»

Dice infatti così: «Egli convincerà il mondo quanto al peccato, alla giustizia e al giudizio. Quanto al peccato, perché non credono in me; quanto alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più; quanto al giudizio, perché il principe di questo mondo è stato giudicato».
Lo Spirito Santo, che assume dal Figlio l'opera della redenzione del mondo, assume con ciò stesso il compito del salvifico «convincere del peccato». Questo convincere è in costante riferimento alla «giustizia», cioè alla definitiva salvezza in Dio, al compimento dell'economia che ha come centro il Cristo crocifisso e glorificato. E questa economia salvifca di Dio sottrae, in certo senso, l'uomo dal «giudizio», cioè dalla dannazione, con la quale è stato colpito il peccato di Satana, «principe di questo mondo», colui che a causa del suo peccato è divenuto «dominatore di questo mondo di tenebra». Ed ecco che, mediante tale riferimento al «giudizio», si schiudono vasti orizzonti per la comprensione del «peccato», nonché della «giustizia». Lo Spirito Santo, mostrando sullo sfondo della Croce di Cristo il peccato nell'economia della salvezza (si potrebbe dire: «il peccato salvato»), fa comprendere come sia sua missione «convincere» anche del peccato che è già stato giudicato definitivamente («il peccato condannato»).

E in merito alla condizione di peccato contro lo Spirito Santo:

47. L'azione dello Spirito di verità, che tende al salvifico «convincere quanto al peccato», incontra nell'uomo che si trova in tale condizione una resistenza interiore, quasi un'impermeabilità della coscienza, uno stato d'animo che si direbbe consolidato in ragione di una libera scelta: è ciò che la Sacra Scrittura di solito chiama «durezza di cuore». Nella nostra epoca a questo atteggiamento di mente e di cuore corrisponde forse la perdita del senso del peccato ...


A questo punto dico io, quando il Maestro parlava del peccato contro lo Spirito in realta' mettendo insieme la parola peccato (non accettazione di Dio) e Spirito Santo (colui che convincera' quanto al peccato), in questo tipo di caduta sembra proprio che l'uomo rifiuti quel «convincere quanto al peccato», l'uomo dotato del libero arbitrio puo' ostinarsi e dire"io non mi pento". Quando questo succede io penso al Padre mio Dio e a quanto possa soffrire nel vedere un prorpio figlio cadere nell'inferno, quanto possa soffrire Gesu' nel vedersi rifiutare, lui che ha sofferto cosi' tanto per noi che ha dato TUTTO per noi. Ma nonostante questo, nonostante Dio abbia questo dolore di un figlio perduto, di un' anima finita nell'inferno avente come maggior esponente proprio il «principe di questo mondo», Dio non puo' far altro che lasciarlo andare per sempre.
Potrebbe Dio perdonare i nostri peccati senza che noi ne accettassimo la sua remissione? Non puo' farlo. Potremmo noi fare un regalo a un nostro amico senza che lui lo voglia? Il dono resterebbe li' e lui, non saprebbe che farsene. Se Dio ci perdonasse senza che noi accettassimo lo Spirito Santo, a cosa sarebbe servita la venuta di Gesu'? A nulla! Gesu' fa parte del disegno di Dio, Gesu' e lo Spirito Santo da lui mandato sono la via alla misericordia di Dio, quella misericordia che gia' nell'etimo ci fa comprendere la nostra natura, la nostra miseria che con Gesu' puo' trovare compassione nel cuore di Dio. Gesu' ha portato lo Spirito Santo e con lui la misericordia definita da Sant'Agostino come "la compassione del nostro cuore per la miseria altrui, che ci porta a soccorrerla, se possiamo". E Maria lo aveva capito questo, ha accolto Gesu' per noi con il suo infinito amore.

Nella ricerca del significato del peccato contro lo Spirito Santo ho trovato il ricordo del giorno in cui Suor Faustina diceva a Gesù:
«Signore, ti ho dato tutto, non possiedo più nulla da poterti offrire!». — E Gesù le disse: «Figlia mia, non mi hai offerto quello che è realmente tuo». — Mi concentrai, dice Suor Faustina, in me stessa e conobbi di amare Dio con tutte le forze dell’anima e non potendo capire quale fosse la cosa che non avessi dato al Signore, domandai: Gesù, dimmelo e te la darò subito con generosità di cuore. — Gesù mi disse con bontà: «Figlia, dammi la tua miseria poiché essa è tua esclusiva proprietà». — All’istante un raggio di luce illuminò la mia anima e conobbi tutto l’abisso della mia miseria.

Puo' capitare che il nostro cuore ci chiede di riconciliarsi con Dio ma si rimandi il momento della confessione pensando "poi lo faccio, magari quando ho piu' tempo, la prossima settimana"? Puo' succedere? Mi chiedo, potrebbe essere che in quel momento Il Signore sia passato e noi tentati gli abbiamo detto no? Satana e' il re dell'inganno, il re del "si puo' fare domani". Ecco, in questo percorso di comprensione di un peccato imperdonabile come quello contro lo Spirito Santo, capisco l'importanza della confessione, di questa accettazione dello Spirito d'amore, dono gratuito di Dio per noi.

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