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Odo Ital the founder

Volare in terra e camminare in cielo

domenica 10 giugno 2018

Crediamo, perciò parliamo.

"Fratelli, animati da quello stesso spirito di fede di cui sta scritto: «Ho creduto, perciò ho parlato», anche noi crediamo e perciò parliamo, convinti che colui che ha risuscitato il Signore Gesù, risusciterà anche noi con Gesù e ci porrà accanto a lui insieme con voi. Tutto infatti è per voi, perché la grazia, accresciuta a opera di molti, faccia abbondare l’inno di ringraziamento, per la gloria di Dio. Per questo non ci scoraggiamo, ma, se anche il nostro uomo esteriore si va disfacendo, quello interiore invece si rinnova di giorno in giorno. Infatti il momentaneo, leggero peso della nostra tribolazione ci procura una quantità smisurata ed eterna di gloria: noi non fissiamo lo sguardo sulle cose visibili, ma su quelle invisibili, perché le cose visibili sono di un momento, quelle invisibili invece sono eterne. Sappiamo infatti che, quando sarà distrutta la nostra dimora terrena, che è come una tenda, riceveremo da Dio un’abitazione, una dimora non costruita da mani d’uomo, eterna, nei cieli." (2Cor 4,13-5.1)

Le nostre sofferenze ci modellano e ci amano mentre noi non le vogliamo, ci umiliano esternamente ma ci procurano eterna gloria. Ogni ferita inferta ci vuole cambiare, così come vuole cambiare chi la infligge perchè chi di spada ferisce di spada perisce, perchè ogni spina che abbiamo nel fianco ci ricorda la nostra inutilità e abbassa la nostra superbia.

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domenica 3 dicembre 2017

Se tu squarciassi i cieli e scendessi!


Dal libro del profeta Isaia 63,16b-17.19b; 64,1-7

Tu, Signore, tu sei nostro padre, da sempre ti chiami nostro redentore. Perché, Signore, ci lasci vagare lontano dalle tue vie e lasci indurire il nostro cuore, così che non ti tema? Ritorna per amore dei tuoi servi, per amore delle tribù, tua eredità. Se tu squarciassi i cieli e scendessi! Davanti a te sussulterebbero i monti. Quando tu compivi cose terribili che non attendevamo, tu scendesti e davanti a te sussultarono i monti. Mai si udì parlare da tempi lontani, orecchio non ha sentito, occhio non ha visto che un Dio, fuori di te, abbia fatto tanto per chi confida in lui. Tu vai incontro a quelli che praticano con gioia la giustizia e si ricordano delle tue vie. Ecco, tu sei adirato perché abbiamo peccato contro di te da lungo tempo e siamo stati ribelli. Siamo divenuti tutti come una cosa impura, e come panno immondo sono tutti i nostri atti di giustizia; tutti siamo avvizziti come foglie, le nostre iniquità ci hanno portato via come il vento. Nessuno invocava il tuo nome, nessuno si risvegliava per stringersi a te; perché tu avevi nascosto da noi il tuo volto, ci avevi messo in balìa della nostra iniquità. Ma, Signore, tu sei nostro padre; noi siamo argilla e tu colui che ci plasma, tutti noi siamo opera delle tue mani.

lunedì 28 agosto 2017

La vera Carità per s.Agostino

“Se volete conservare la carità, fratelli, innanzitutto non pensate che essa sia avvilente e noiosa; non pensate che essa si conservi in forza di una certa mansuetudine, anzi di remissività e di negligenza. Non così essa si conserva. Non credere allora di amare il tuo servo, per il fatto che non lo percuoti; oppure che ami tuo figlio, per il fatto che non lo castighi; o che ami il tuo vicino allorquando non lo rimproveri; questa non è carità, ma trascuratezza. Sia fervida la carità nel correggere, nell’emendare… Non voler amare l’errore nell’uomo, ma l’uomo; Dio infatti fece l’uomo, l’uomo invece fece l’errore. Ama ciò che fece Dio, non amare ciò che fece l’uomo stesso…Anche se qualche volta ti mostri crudele, ciò avvenga per il desiderio di correggere. Ecco perché la carità è simboleggiata dalla colomba che venne sopra il Signore. Quella figura cioè di colomba, con cui venne lo Spirito Santo per infondere la carità in noi. Perché questo? Una colomba non ha fiele: tuttavia in difesa del nido combatte col becco e con le penne, colpisce senza amarezza. Anche un padre fa questo; quando castiga il figlio, lo castiga per correggerlo…ma è senza fiele. Tali siate anche voi verso tutti… Chi è quel padre che non dà castighi? E tuttavia sembra che egli infierisca. L’amore infierisce, la carità infierisce: ma infierisce, in certo qual modo, senza veleno, al modo delle colombe e non dei corvi”. (Omelia di s.Agostino)


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domenica 2 aprile 2017

La croce

Dolce Gesù tu paghi per i miei errori.

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domenica 19 marzo 2017




















(LETTERA ENCICLICA "SATIS COGNITUM" DEL SOMMO PONTEFICE LEONE XIII SULLA UNITÀ DELLA CHIESA)

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martedì 22 novembre 2016

La falsa misericordia

mercoledì 12 ottobre 2016

Sulla Comunione sulla mano


(Attenzione massima al sacrificio massimo)
Obiettivo
Risvegliare le coscienze sul tema informando sui fatti realmente accaduti.
«Dobbiamo badare con ogni premura a non attenuare alcuna dimensione o esigenza dell’Eucaristia. Così ci dimostriamo veramente consapevoli della grandezza di questo dono. Non c’è pericolo di esagerare nella cura di questo Mistero!» (Giovanni Paolo II, Ecclesia de Eucharistia, n.61)


Decreto CEI 1844 che sancisce in via revocabile, la comunione sulla mano:
La Conferenza episcopale italiana nella XXXI assemblea generale ordinaria (C4/1669) (15-19 maggio 1989) ha esaminato e approvato con la maggioranza prescritta la delibera di carattere normativo circa l'introduzione nelle diocesi d'Italia dell'uso di distribuire la comunione nelle mani dei fedeli e la relativa Istruzione Sulla comunione eucaristica, in attuazione della concessione prevista dal Rito della comunione fuori della messa e culto eucaristico al n. 21 (V4/2531).
Con il presente decreto, nella mia qualità di presidente della Conferenza episcopale italiana, per mandato della medesima assemblea generale e in conformità al can. 455 del Codice di diritto canonico nonché all'art. 28/a (C3/2332) dello Statuto della CEI, dopo aver ottenuto la prescritta «recognitio» della Santa Sede, in data 14 luglio 1989, con decreto CD 311/89 della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, intendo promulgare e di fatto promulgo la delibera succitata, approvata dalla XXXI assemblea generale, e la relativa istruzione, stabilendo che la promulgazione sia fatta mediante pubblicazione sul Notiziario ufficiale della Conferenza episcopale italiana.
In conformità al can. 8, §2 del Codice di diritto canonico, tenuto conto dell'esigenza di una previa e adeguata catechesi, che illustri i vari punti dell'istruzione e in particolare il significato della nuova prassi, stabilisco altresí che la delibera promulgata entri in vigore a partire dal 3 dicembre 1989, domenica prima di avvento.
Roma, dalla sede della CEI, 19 luglio 1989.
+ Ugo card. Poletti, Vicario generale di Sua Santità per la città di Roma e distretto,
Presidente della Conferenza episcopale italiana.
+ Camillo Ruini, per la città di Roma e distretto, segretario generale.


Riflessioni in merito e contestualizzazione del decreto

Istituzione dell'Eucaristia“Poi, preso un pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: «Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me». Allo stesso modo dopo aver cenato, prese il calice dicendo: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che viene versato per voi».” (Lc 22,19)

Spesso, da chi a favore della comunione sulla mano, si sente parlare del fatto che nell'ultima cena Gesù diede il suo corpo nelle mani e non nella bocca. C'è da osservare che:

1. Nel passo evangelico non si dice la modalità in cui Gesù diede il pane e quindi non è possibile affermare con certezza come lo distribuì
2. Si può però affermare con certezza che, anche se distribuito sulle mani, lui lo diede agli apostoli, sacerdoti consacrati a Lui



L’origine di una simile prassi
Nel 16° secolo i riformatori protestanti, nel loro nuovo culto, introdussero la Comunione sulla mano per affermare due loro eresie fondamentali:
1) Essi non credevano nella transustanziazione ed affermavano che il pane usato era semplicemente pane comune. In altre parole sostenevano che la reale presenza di Cristo nell’Eucaristia fosse solo una superstizione papista ed il pane fosse semplice pane che chiunque poteva maneggiare.
2) Inoltre affermavano che il ministro della Comunione non era affatto diverso, per natura, dai laici. Questo contro l’insegnamento cattolico che il Sacramento dell’Ordine Sacro dona al sacerdote un potere spirituale e sacramentale
Il ristabilimento protestante della Comunione nella mano fu un modo immediato per manifestare il rifiuto di credere nella reale presenza di Cristo nell’Eucaristia e il rifiuto del Sacerdozio Sacramentale
Interpretazioni erronee del Concilio Vaticano II
Dopo il Vaticano II, in Olanda, alcuni sacerdoti cattolici di mentalità protestante cominciarono a dare la Comunione sulla mano, scimmiottando la pratica protestante. Purtroppo alcuni Vescovi olandesi, anziché condannare l’abuso, lo tollerarono, e in tal modo permisero che l’abuso si diffondesse incontrollato. La pratica si diffuse dunque in Germania, Belgio, Francia. Ma se alcuni Vescovi parvero indifferenti a questo scandalo, gran parte del laicato di allora rimase oltraggiato. Fu proprio l‘indignazione di un gran numero di fedeli che spinse papa Paolo VI a prendere l’iniziativa di sondare l’opinione dei Vescovi del mondo su questa questione, ed essi votarono all'unanimità per MANTENERE la pratica tradizionale di ricevere la Santa Comunione sulla lingua. È anche doveroso notare che, in quel periodo, l’abuso era limitato a pochi Paesi Europei. Non era ancora iniziato negli Stati Uniti e in America Latina. Papa Paolo VI promulgò allora, il 28 maggio 1969, il documento Memoriale Domini in cui affermava testualmente:
1) I Vescovi del mondo sono unanimemente contrari alla Comunione sulla mano.
2) Deve essere osservato il modo consueto di distribuire la Comunione, ossia il sacerdote deve porre l’Ostia sulla lingua dei comunicandi.
3) La Comunione sulla lingua non toglie dignità in alcun modo a chi si comunica.
4) Ogni innovazione può portare all’irriverenza ed alla profanazione dell‘Eucaristia, così come può progressivamente intaccare la corretta dottrina.


Il documento afferma inoltre: il Supremo Pontefice giudica che il modo tradizionale ed antico di amministrare Ia Comunione ai fedeli non deve essere cambiato. La Sede Apostolica invita perciò fortemente i Vescovi, i preti ed il popolo ad osservare con zelo questa legge.
Un cavillo per i maliziosi c’era. L’Istruzione conteneva la previsione per le conferenze episcopali di consentire la Comunione in mano nei luoghi dove "l’uso contrario... prevale". Nella decade successiva questo cavillo venne sfruttato. Si deve infatti sottolineare che l’Istruzione di Paolo VI diceva che la eventuale concessione poteva essere promulgata lì “dove l’abuso si è già consolidato”, per cui i Paesi ove Ia pratica non si era sviluppata, restavano esclusi dalla concessione, quindi anche i Paesi anglofoni, gli Stati Uniti e l'Italia. Ma il clero di mentalità protestante in molti Paesi (compreso il nostro) concluse che, se questa ribellione veniva legalizzata in Olanda, allora poteva essere legalizzata ovunque. Ignorando il Memoriale Domini e sfidando la legge liturgica della Chiesa, pensavano che questa ribellione non solo sarebbe stata tollerata, ma alla fine legalizzata.
La Comunione sulla mano, quindi, non solo fu avviata nella disobbedienza ma fu perpetuata con l’inganno secondo questa interpretazione dei fatti.
Notizia da verificare è che vescovi dichiarati progressisti e neomodernisti, approfittando dell'assenza di molti Presuli partiti per un raduno su questo tema dell'Eucaristia, nei giorni del 15 maggio 1989, si riunirono e fecero passare l' "ordinanza" decreto CEI 1844, con una maggioranza di un voto che agli atti fu di due terzi.
Negli anni '70 una diffusa propaganda fu usata per proporre Ia Comunione sulla mano ad un popolo ingenuo, con una campagna dl mezze verità che:
1) Davano ai cattolici Ia falsa impressione che il Vaticano II avesse approvato una disposizione per tale abuso, mentre di fatto non vi si accenna in alcun documento del Concilio
2) Si taceva il fatto che Ia pratica fu avviata molto presumibilmente da un clero di mentalità filoprotestante e filomassone, in spregio alla legge liturgica stabilita, facendola apparire come una richiesta da parte del laicato
3) Si taceva il fatto che i Vescovi di tutto il mondo, quando fu sondata Ia loro opinione, votarono unanimemente contro Ia Comunione nella mano
4) Non si faceva alcun riferimento al fatto che il permesso era solo una tolleranza dell'abuso, laddove si fosse già instaurato e consolidato nel 1969. Non vi era affatto un “via libera” perché si diffondesse ad altri Paesi come l’Italia e gli Stati Uniti


Questo abuso illegittimo si è nel tempo ben radicato così che anche Papa Giovanni Paolo II non ebbe successo nel suo tentativo di frenarlo. Nella sua Lettera Dominicae Cenae del 24 febbraio 1980, il Papa riaffermò infatti l’insegnamento della Chiesa che toccare le Sacre Specie e amministrarLe con le proprie mani è privilegio del consacrati. Ma, non si sa per quali motivi iI documento dl Giovanni Paolo II fu accolto da diversi membri del clero del paesi dell’Occidente come un suggerimento, per lo più non apprezzato e purtroppo trascurato.
In "Sacramentum Caritatis" di Ratzinger, "de fide" (Concilio di Firenze e Concilio di Trento), è stata definita la "Presenza Reale" di Cristo anche nelle "particelle", o "frammenti" di Pane eucaristico. Ora, qui, nella santa Comunione eucaristica, la "Presenza Reale" non è forse la stessa Persona di Gesù, Figlio di Dio e Dio Lui stesso, presente in Corpo, Sangue, Anima e Divinità, anche in tutti i "frammenti" che possono cadere nella distribuzione sulla mano e non diretta in bocca?
Nella Redemptionis Sacramentum del 2004 è scritto:”Non è consentito ai fedeli di «prendere da sé e tanto meno passarsi tra loro di mano in mano»[181] la sacra ostia o il sacro calice. In merito, inoltre, va rimosso l’abuso che gli sposi durante la Messa nuziale si distribuiscano in modo reciproco la santa Comunione”.
La nuova prassi liturgica pone oggettivamente Cristo in balia dei fatti che Esso possa facilmente cadere in terra e venir calpestato, tantissime altre particole consacrate finiscono nelle tasche e persino sui corpi immondi di povere donne, come avviene nelle "messe nere" o in altre profanazioni sataniche, alimentate, appunto, da questi sacrilegi sulle "Ostie consacrate", trafugate dalle chiese attraverso proprio la distribuzione sulle mani.
Si può inoltre affermare dai documenti e decreti in merito che:

- vi è un diritto del fedele a ricevere la comunione in bocca
- vi è un permesso e indulgenza di riceverla in mano

Si tratta quindi di una facoltà concessa, una indulgenza, che per natura sua è ancora lontana dal costituire un diritto e che, in quanto tale, può essere limitata o addirittura revocata dall’autorità competente senza detrimento alcuno per la giustizia.

Situazione prima del Concilio rispettosa della tradizione:
Non ci fu MAI l'uso di passare di mano in mano, su un piatto o in un canestro, l'Ostia consacrata. Questa non veniva presa, ma ricevuta... e solo dalla mano di un Sacerdote.
S. Sisto I (Papa dal 117-al 136) scrisse: «Solo i ministri del culto sono abilitati a toccare i sacri misteri: hic constituit ut mysteria sacra non tangerentur nisi a ministris» (cfr. Liber Pontificalis, tomo I, p. 57-Mansi I. 653; e cfr. "regesta Pontificum Romanorum", p. 919).
S. Leone I (Papa dal 440 al 461) voleva che il Sacramento dell'Eucarestia si ricevesse tramite la bocca: «hoc enim ORE sumitur quod Fide tenetur» (cfr. F L., tomo 54, col. 452).
Papa Agapito I nel 536, compì un miracolo di guarigione improvvisa durante la Messa: "cumque ei Dominicus Corpus mitteret in os", cioè dopo aver dato l'Ostia consacrata nella bocca.
I soli che si comunicavano in piedi e con la mano, furono gli Ariani; ma questi negavano la divinità di Cristo e vedevano nell'Eucarestia solo un semplice simbolo d'unione.
La Chiesa cattolica, quindi, non ha MAI cambiato disciplina.
«...Nei momenti di ricevere la santa Comunione, bisogna trovarsi in ginocchio, tenere la testa lievemente alzata, gli occhi modestamente rivolti verso la santa Ostia, la bocca sufficientemente aperta, con la lingua un pochino avanzata sul labbro inferiore. Bisogna tenere la tovaglia o il piattello (patena) della Comunione in modo che essi ricevano la santa Ostia se dovesse cadere... Se la santa Ostia si attaccasse al palato, bisognerebbe distaccarla con la lingua, e giammai con le dita». (Catechismo Maggiore di S.Pio X, parte IV, c. IV, & 4).
Papa Paolo VI, nella sua enciclica "Mysterium Fidei" (3.9.1965), scrisse che "non bisogna cambiare il modo tradizionale di ricevere la Comunione" (&& 61-62).
Nella istruzione Memoriale Domini si dice chiaramente che, sebbene nel cristianesimo primitivo la sacra Comunione si riceveva normalmente in mano, «col passare del tempo si approfondì la conoscenza del mistero eucaristico, della sua efficacia e della presenza di Gesù Cristo in esso, in modo che, sia per il senso di riverenza verso questo Sacramento che per il senso di umiltà col quale bisogna riceverlo, si introdusse la pratica di collocare sulla lingua del comunicante la sacra Forma». Nel contesto si vede che per Paolo VI questo cambio fu un vero progresso. Nei testi antichi non si menziona che i Padri della Chiesa abbiano trovato alcun vantaggio nel comunicarsi ricevendo l’Eucaristia sulla mano, né che loro abbiano fatto elogi di questa prassi come tale. Semplicemente non conoscevano altro. Anzi, nell’allertare ripetutamente sui pericoli ad essa collegati, i Padri evidenziano una imperfezione inerente a questa modalità di comunicarsi. Perciò, l’autore afferma che anche se la Comunione sulla mano fu, senza dubbio, il modo di comunicarsi dei santi Padri, la Comunione in bocca sembra il modo di riceverla che avrebbero desiderato avere. Così fu che col passar del tempo, a un determinato momento, un uso finì per sostituire l’altro, al punto che quello di prima non fu soltanto abbandonato ma addirittura esplicitamente proibito.
Perciò, quando nella seconda metà del secolo XX la Comunione sulla mano iniziò a penetrare negli ambienti cattolici, non si trattava più di un mero ritorno ad un uso primitivo: a partire dalla riforma e negli ultimi secoli, tale uso aveva acquisito una certa valenza contraria alla dottrina cattolica sulla presenza reale e sul sacerdozio.
il Concilio di Trento: «L'USO CHE SOLO IL SACERDOTE DIA LA COMUNIONE CON LE SUE MANI CONSACRATE, È UNA TRADIZIONE APOSTOLICA» (Sessione 13 c.8).
E con una chiarificazione del sommo teologo della Chiesa, San Tommaso d'Aquino:
«IL CORPO DI CRISTO APPARTIENE Al SACERDOTI... ESSO NON SIA TOCCATO DA ALCUNO CHE NON SIA CONSACRATO»!
Dispensare il Corpo di Cristo spetta al sacerdote per tre ragioni: perché egli consacra nella persona di Cristo. Ma come Cristo consacrò il Suo Corpo nell’Ultima Cena e fu Lui che ne diede agli altri per essere condiviso da loro, così, come la consacrazione del Corpo di Cristo spetta al sacerdote, anche la distribuzione spetta a lui; perché il prete è l’intermediario stabilito tra Dio e il popolo, quindi spetta a lui offrire i doni del popolo a Dio, così spetta a lui distribuire i doni consacrati al popolo; perché, al di là del rispetto per questo Sacramento, nulla lo può toccare tranne ciò che è consacrato; allo stesso modo solo le mani del sacerdote lo possono toccare. Quindi a nessun altro è lecito toccarlo, tranne che per necessità, per esempio se stesse per cadere a terra, o altro, in qualche caso di emergenza” (Summa Theologica. III, Q 82, Art. 13)
la Summa Theologica fu posta sull’altare vicino alle Sacre Scritture durante il Concilio di Trento.

Tra le tante testimonianze dei santi sul tema
"Dovunque vado nel mondo intero, la cosa che mi rende più triste è guardare la gente ricevere la Comunione sulla mano." (Beata Madre Teresa di Calcutta,St. Agnes Church, New York, 1989)

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giovedì 22 settembre 2016

Niente di nuovo sotto il sole

Qo 1, 2-11  
   
Dal libro del Qoelet.  
Vanità delle vanità, dice Qoèlet,  
vanità delle vanità: tutto è vanità.  
Quale guadagno viene all'uomo  
per tutta la fatica con cui si affanna sotto il sole?  
Una generazione se ne va e un'altra arriva,  
ma la terra resta sempre la stessa.  
Il sole sorge, il sole tramonta  
e si affretta a tornare là dove rinasce.  
Il vento va verso sud e piega verso nord.  
Gira e va e sui suoi giri ritorna il vento.  
Tutti i fiumi scorrono verso il mare,  
eppure il mare non è mai pieno:  
al luogo dove i fiumi scorrono,  
continuano a scorrere.  
Tutte le parole si esauriscono  
e nessuno è in grado di esprimersi a fondo.  
Non si sazia l'occhio di guardare  
né l'orecchio è mai sazio di udire.  
Quel che è stato sarà  
e quel che si è fatto si rifarà;  
non c'è niente di nuovo sotto il sole.  
C'è forse qualcosa di cui si possa dire:  
«Ecco, questa è una novità»?  
Proprio questa è già avvenuta  
nei secoli che ci hanno preceduto.  
Nessun ricordo resta degli antichi,  
ma neppure di coloro che saranno  
si conserverà memoria  
presso quelli che verranno in seguito. 


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domenica 18 settembre 2016

Preghiera di Padre G.Amorth

"Signore, Dio Onnipotente e Misericordioso, Padre, Figlio e Spirito Santo, espelli da me, dai miei amici e familiari, da coloro che possono aiutarmi economicamente e spiritualmente, e dal mondo intero, ogni influsso diabolico di qualsiasi Spirito Maligno e da ogni Anima Dannata dell’intero Inferno, che ha su di me e su di loro, per il Preziosissimo Sangue del Tuo Figlio Gesù."  

(Padre Gabriele Amorth, Modena, 1º maggio 1925 – Roma, 16 settembre 2016) 


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domenica 28 agosto 2016

Libertà, dono del Padre



E quanto Dio apprezza che partendo da questa libertà l'uomo lo ami liberamente e liberamente compia la Sua volontà seguendo i passi del figlio, Gesù, il Cristo, il figlio del Dio vivente.

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domenica 7 agosto 2016

Cristianesimo mondato




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lunedì 11 luglio 2016

Essere buono come il samaritano... ma dovremmo essere anche samaritani?

Lc 10, 25-37  
Dal Vangelo secondo Luca  
   
In quel tempo, un dottore della Legge si alzò per mettere alla prova Gesù e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». Gli disse: «Hai risposto bene; fa' questo e vivrai».  
Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gèrico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levìta, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all'albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va' e anche tu fa' così».  

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Rifletto su questo vangelo e rifletto su quanti sostengono il loro rifiuto di Dio con il loro amore verso il prossimo, sembra per loro sufficiente a dar senso alla propria vita. Sappiamo che i samaritani erano pagani e uccisero anche molti cristiani, distrussero chiese al tempo, erano quasi "senza Dio". È vero, faccio quasi un discorso inverso rispetto alle omelie di oggi che richiamano il cristiano ad essere misericordioso verso il prossimo come un samaritano non praticante e forse senza fede, perché come dice il papa oggi, la nostra fede sarebbe più morta che viva se non fossimo samaritani anche noi.
Non posso dire di no ovviamente a questo santo invito ma voglio anche ricordarmi che se è vero che la carità e' l'unica cosa che rimarrà, è anche vero che sarà la carità di Dio a rimanere e non la nostra idea di Carità o il "mio amore" verso il prossimo.

Non a caso Gesù alla stessa questione sulla vita eterna disse che chi non mangerà' e berra il corpo e il suo sangue non avra la vita eterna. Non a caso il passo evangelico premette "amerai il Signore Dio tuo" con tutto te stesso. Noi abbiamo bisogno di cibarci di questo amore e se abbiamo conosciuto Dio che passa nella nostra vita, non dobbiamo rifiutarlo ma aprirgli la nostra porta del cuore, anzi spalancarla abbattendone i cardini.

Ecco che allora non voglio perdere lo sguardo verso il Padre in questo raccogliere il fratello bisognoso, non voglio perdere la speranza che Gesù mi saprà guidare su come amare, perché lui è amore, non voglio essere samaritano se loro erano senza Dio ma compassionevole come un samaritano, perché umilmente mi renda conto che prostitute e pagani mi possono precedere nel regno di Dio se io non sarò misericordioso.
Oggi forse è necessario ricordarmi che voglio essere samaritano si, ma non un samaritano senza Dio.

Dov'è carità e amore lì c'è Dio ma secondo me in questa frase è sottointeso che Dov'è carità e amore (di Dio) lì c'è Dio.

Paolo VI terminò il concilio vaticano con queste parole:

"amare l’uomo, diciamo, non come strumento, ma come primo termine verso il supremo termine trascendente, principio e ragione d’ogni amore. E allora questo Concilio tutto si risolve nel suo conclusivo significato religioso, altro non essendo che un potente e amichevole invito all’umanità d’oggi a ritrovare, per via di fraterno amore, quel Dio «dal Quale allontanarsi è cadere, al Quale rivolgersi è risorgere, nel Quale rimanere è stare saldi, al Quale ritornare è rinascere, nel Quale abitare è vivere» (S. August., Solil. 1, 1, 3; P. L. 32, 870)."

domenica 26 giugno 2016

sabato 18 giugno 2016

L'omosessualità e la Parola di Dio

Per chi dice di credere, non penso si tratti tanto di dire "secondo me" o "secondo lui" ma semplicemente cercare di capire queste parole di amore e farle capire a chi vogliamo bene perché sono per il bene di tutti e sono fatte per essere incarnate in tutti:

Vecchio Testamento

Genesi 18:20 "Disse allora il Signore: «Il grido di Sòdoma e Gomorra è troppo grande e il loro peccato è molto grave. Voglio scendere a vedere se proprio hanno fatto tutto il male di cui è giunto il grido fino a me; lo voglio sapere!»."

Genesi 19: 7-8 “… no, fratelli miei, non fate del male! Sentite, io ho due figlie che non hanno ancora conosciuto uomo, lasciate che ve le porti e fate loro quel che vi piace, purchè non facciate nulla a questi uomini…”

Giudici 19:23-24 “...no, fratelli miei, non fate una cattiva azione; dal momento che questo uomo è venuto in casa mia, non dovete commettere questa infamia! Ecco mia figlia che è vergine, io ve la condurrò fuori, abusatene e fatele quello che vi pare; non dovete commettere questa infamia!”

Levitico 18:22: “ Non avrai con maschio relazioni come si hanno con donna. E’ abominio”

Nuovo Testamento
1 Corinzi 6,9-10: “ Non sapete che gli ingiusti non erediteranno il Regno di Dio? Non illudetevi: né immorali, né idolàtri, né adùlteri, né effeminati, né sodomiti...erediteranno il regno di Dio”.

1 Timoteo 1,9-10: “La legge non è fatta per il giusto, ma per...i fornicatori, i pervertiti, i trafficanti di uomini, i falsi, gli spergiuri e per ogni altra cosa che è contraria alla sana dottrina”.

Romani 1, 18-32: “...Dio li ha abbandonati a passioni infami: le loro donne hanno cambiato i rapporti naturali in rapporti contro natura: egualmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con le donne, si sono accesi di passione gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi uomini con uomini, ricevendo così in se stessi la punizione che s’addiceva al loro traviamento”.

Gesù: "Non avete letto che il Creatore da principio li creò maschio e femmina e disse: 5 Per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una carne sola?" (Mt 19,4)

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La mia dottrina non è mia



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CRISTIANO


Dall''infallibilità alla riverenza

“Di questa infallibilità il romano Pontefice, capo del collegio dei vescovi, fruisce in virtù del suo ufficio, quando, quale supremo pastore e dottore di tutti i fedeli che conferma nella fede i suoi fratelli (cfr. Lc 22,32), sancisce con atto definitivo una dottrina riguardante la fede e la morale. Perciò le sue definizioni giustamente sono dette irreformabili per se stesse e non in virtù del consenso della Chiesa, essendo esse pronunziate con l'assistenza dello Spirito Santo a lui promessa nella persona di san Pietro, per cui non hanno bisogno di una approvazione di altri, né ammettono appello alcuno ad altro giudizio” 
(Lumen gentium 25 - Concilio Vaticano II)

“Questo assenso religioso della volontà e della intelligenza lo si deve in modo particolare prestare al magistero autentico del romano Pontefice, anche quando non parla «ex cathedra». Ciò implica che il suo supremo magistero sia accettato con riverenza, e che con sincerità si aderisca alle sue affermazioni in conformità al pensiero e in conformità alla volontà di lui manifestatasi che si possono dedurre in particolare dal carattere dei documenti, o dall'insistenza nel proporre una certa dottrina, o dalla maniera di esprimersi” 
(Lumen gentium 25 - Concilio Vaticano II)


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lunedì 13 giugno 2016

Veritas in veritate

Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa;
21:15 io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere.
21:16 Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi;
21:17 sarete odiati da tutti a causa del mio nome.
21:18 Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto.
21:19 Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita.

(Luca 21,14)

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venerdì 10 giugno 2016

Ammonire con misericordia

"È nostro compito ammonire chi sbaglia, denunciando la cattiveria e l’ingiustizia di certi comportamenti, al fine di liberare le vittime e sollevare chi è caduto (...) È nostro precipuo compito affermare la verità con amore. Solo parole pronunciate con amore e accompagnate da mitezza e misericordia toccano i cuori di noi peccatori. Parole e gesti duri o moralistici corrono il rischio di alienare ulteriormente coloro che vorremmo condurre alla conversione e alla libertà, rafforzando il loro senso di diniego e di difesa"
(Papa Francesco nel Messaggio per la Giornata delle Comunicazioni Sociali 2016)

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domenica 29 maggio 2016

Grazie apostolo di istruirci in questo

"Siate misericordiosi verso quelli che sono indecisi e salvateli strappandoli dal fuoco; di altri infine abbiate compassione con timore, stando lontani perfino dai vestiti, contaminati dal loro corpo." 

(Giuda 17,20-25)

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Il Magistero in uno scrigno

“L’idea che consisterebbe a piazzare il Magistero in un bello scrigno staccandolo dalla pratica pastorale che potrebbe evolvere secondo le circostanze, le mode e le passioni, è una forma di eresia, una pericolosa patologia schizofrenica. Affermo dunque con solennità che la Chiesa d’Africa si opporrà fermamente a ogni ribellione contro l’insegnamento di Gesù e del Magistero”.

(“Dio o niente” - Cardinale Robert Sarah, Prefetto della Congregazione per il Culto Divino)


sabato 14 maggio 2016

Un'immagine sognata

giovedì 12 maggio 2016

"Accogliete la parola i Dio non come parola di uomini, ma qual è veramente:parola di Dio"

Vecchio Testamento

Genesi 19: 7-8 “… no, fratelli miei, non fate del male! Sentite, io ho due figlie che non hanno ancora conosciuto uomo, lasciate che ve le porti e fate loro quel che vi piace, purchè non facciate nulla a questi uomini…”

Giudici 19:23-24 “...no, fratelli miei, non fate una cattiva azione; dal momento che questo uomo è venuto in casa mia, non dovete commettere questa infamia! Ecco mia figlia che è vergine, io ve la condurrò fuori, abusatene e fatele quello che vi pare; non dovete commettere questa infamia!”

Levitico 18:22: “ Non avrai con maschio relazioni come si hanno con donna. E’ abominio”

Nuovo Testamento

1 Corinzi 6,9-10: “ Non sapete che gli ingiusti non erediteranno il Regno di Dio? Non illudetevi: né immorali, né idolàtri, né adùlteri, né effeminati, né sodomiti...erediteranno il regno di Dio”.

1 Timoteo 1,9-10: “La legge non è fatta per il giusto, ma per...i fornicatori, i pervertiti, i trafficanti di uomini, i falsi, gli spergiuri e per ogni altra cosa che è contraria alla sana dottrina”.

Romani 1, 18-32: “...Dio li ha abbandonati a passioni infami: le loro donne hanno cambiato i rapporti naturali in rapporti contro natura: egualmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con le donne, si sono accesi di passione gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi uomini con uomini, ricevendo così in se stessi la punizione che s’addiceva al loro traviamento”.

Gesù: "Non avete letto che il Creatore da principio li creò maschio e femmina e disse: 5 Per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una carne sola?" (Mt 19,4)


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mercoledì 6 aprile 2016

Chi fa la verità viene verso la luce

«Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di Dio.  
E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».

(Dal Vangelo secondo Giovanni)
   
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martedì 29 marzo 2016

O Croce di Cristo!

O Croce di Cristo, simbolo dell’amore divino e dell’ingiustizia umana, icona del sacrificio supremo per amore e dell’egoismo estremo per stoltezza, strumento di morte e via di risurrezione, segno dell’obbedienza ed emblema del tradimento, patibolo della persecuzione e vessillo della vittoria.
O Croce di Cristo, ancora oggi ti vediamo eretta nelle nostre sorelle e nei nostri fratelli uccisi, bruciati vivi, sgozzati e decapitati con le spade barbariche e con il silenzio vigliacco.
O Croce di Cristo, ancora oggi ti vediamo nei volti dei bambini, delle donne e delle persone, sfiniti e impauriti che fuggono dalle guerre e dalle violenze e spesso non trovano che la morte e tanti Pilati con le mani lavate.
O Croce di Cristo, ancora oggi ti vediamo nei dottori della lettera e non dello spirito, della morte e non della vita, che invece di insegnare la misericordia e la vita, minacciano la punizione e la morte e condannano il giusto.
O Croce di Cristo, ancora oggi ti vediamo nei ministri infedeli che invece di spogliarsi delle proprie vane ambizioni spogliano perfino gli innocenti della propria dignità.
O Croce di Cristo, ti vediamo ancora oggi nei cuori impietriti di coloro che giudicano comodamente gli altri, cuori pronti a condannarli perfino alla lapidazione, senza mai accorgersi dei propri peccati e colpe.
O Croce di Cristo, ti vediamo ancora oggi nei fondamentalismi e nel terrorismo dei seguaci di qualche religione che profanano il nome di Dio e lo utilizzano per giustificare le loro inaudite violenze.
O Croce di Cristo, ti vediamo ancora oggi in coloro che vogliono toglierti dai luoghi pubblici ed escluderti dalla vita pubblica, nel nome di qualche paganità laicista o addirittura in nome dell’uguaglianza che tu stesso ci hai insegnato.
O Croce di Cristo, ti vediamo ancora oggi nei potenti e nei venditori di armi che alimentano la fornace delle guerre con il sangue innocente dei fratelli e danno ai loro figli da mangiare il pane insanguinato.
O Croce di Cristo, ti vediamo ancora oggi nei traditori che per trenta denari consegnano alla morte chiunque.
O Croce di Cristo, ti vediamo ancora oggi nei ladroni e nei corrotti che invece di salvaguardare il bene comune e l’etica si vendono nel misero mercato dell’immoralità.
O Croce di Cristo, ti vediamo ancora oggi negli stolti che costruiscono depositi per conservare tesori che periscono, lasciando Lazzaro morire di fame alle loro porte.
O Croce di Cristo, ti vediamo ancora oggi nei distruttori della nostra “casa comune” che con egoismo rovinano il futuro delle prossime generazioni.
O Croce di Cristo, ti vediamo ancora oggi negli anziani abbandonati dai propri famigliari, nei disabili e nei bambini denutriti e scartati dalla nostra egoista e ipocrita società.
O Croce di Cristo, ti vediamo ancora oggi nel nostro Mediterraneo e nel mar Egeo divenuti un insaziabile cimitero, immagine della nostra coscienza insensibile e narcotizzata.
O Croce di Cristo, immagine dell’amore senza fine e via della Risurrezione, ti vediamo ancora oggi nelle persone buone e giuste che fanno il bene senza cercare gli applausi o l’ammirazione degli altri.
O Croce di Cristo, ti vediamo ancora oggi nei ministri fedeli e umili che illuminano il buio della nostra vita come candele che si consumano gratuitamente per illuminare la vita degli ultimi.
O Croce di Cristo, ti vediamo ancora oggi nei volti delle suore e dei consacrati - i buoni samaritani - che abbandonano tutto per bendare, nel silenzio evangelico, le ferite delle povertà e dell’ingiustizia.
O Croce di Cristo, ti vediamo ancora oggi nei misericordiosi che trovano nella misericordia l’espressione massima della giustizia e della fede.
O Croce di Cristo, ti vediamo ancora oggi nelle persone semplici che vivono gioiosamente la loro fede nella quotidianità e nell’osservanza filiale dei comandamenti.
O Croce di Cristo, ti vediamo ancora oggi nei pentiti che sanno, dalla profondità della miseria dei loro peccati, gridare: Signore ricordati di me nel Tuo regno!
O Croce di Cristo, ti vediamo ancora oggi nei beati e nei santi che sanno attraversare il buio della notte della fede senza perdere la fiducia in te e senza pretendere di capire il Tuo silenzio misterioso.
O Croce di Cristo, ti vediamo ancora oggi nelle famiglie che vivono con fedeltà e fecondità la loro vocazione matrimoniale.
O Croce di Cristo, ti vediamo ancora oggi nei volontari che soccorrono generosamente i bisognosi e i percossi.
O Croce di Cristo, ti vediamo ancora oggi nei perseguitati per la loro fede che nella sofferenza continuano a dare testimonianza autentica a Gesù e al Vangelo.
O Croce di Cristo, ti vediamo ancora oggi nei sognatori che vivono con il cuore dei bambini e che lavorano ogni giorno per rendere il mondo un posto migliore, più umano e più giusto.
In te Santa Croce vediamo Dio che ama fino alla fine, e vediamo l’odio che spadroneggia e acceca i cuori e le menti di coloro preferiscono le tenebre alla luce.
O Croce di Cristo, Arca di Noè che salvò l’umanità dal diluvio del peccato, salvaci dal male e dal maligno! O Trono di Davide e sigillo dell’Alleanza divina ed eterna, svegliaci dalle seduzioni della vanità! O grido di amore, suscita in noi il desiderio di Dio, del bene e della luce.
O Croce di Cristo, insegnaci che l’alba del sole è più forte dell’oscurità della notte. O Croce di Cristo, insegnaci che l’apparente vittoria del male si dissipa davanti alla tomba vuota e di fronte alla certezza della Risurrezione e dell’amore di Dio che nulla può sconfiggere od oscurare o indebolire. Amen!

(Papa Francesco 25/3/16 - Via Crucis)

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Gioia pasquale, gioia cristiana. L'insegnamento di san Francesco d'Assisi.


San Francesco assicurava che la letizia spirituale è il rimedio più sicuro contro le mille insidie e astuzie del nemico. Diceva infatti: "Il diavolo esulta soprattutto, quando può rapire al servo di Dio il gaudio dello spirito. Egli porta della polvere, che cerca di gettare negli spiragli, per quanto piccoli della coscienza e così insudiciare il candore della mente e la mondezza della vita. Ma se la letizia di spirito riempie il cuore, inutilmente il serpente tenta di iniettare il suo veleno mortale. I demoni non possono recare danno al servo di Cristo, quando lo vedono santamente giocondo. Se invece l'animo è malinconico, desolato e piangente, con tutta facilità o viene sopraffatto dalla tristezza o è trasportato alle gioie frivole ".

Per questo il Santo cercava di rimanere sempre nel giubilo del cuore, di conservare l'unzione dello spirito e l'olio della letizia. Evitava con la massima cura la malinconia, il peggiore di tutti i mali, tanto che correva il più presto possibile all'orazione, appena ne sentiva qualche cenno nel cuore.


"Il servo di Dio - spiegava - quando è turbato, come capita, da qualcosa, deve alzarsi subito per pregare, e perseverare davanti al Padre Sommo sino a che gli restituisca la gioia della sua salvezza. Perché, se permane nella tristezza, crescerà quel male babilonese e, alla fine, genererà nel cuore una ruggine indelebile, se non verrà tolta con le lacrime. (Fonti Francescane, 709).


(Don Nello)

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venerdì 25 marzo 2016

Orfano

Se non credi, ti ritrovi come un orfano che non ha mai conosciuto un padre e una madre o che, in qualche modo, pur avendoli conosciuti, non ha compreso il loro infinito amore. Porti sempre questo desiderio e dolore, mentre ridi, mentre piangi, mentre vedi soffrire chi ami, mentre vedi morire i tuoi cari o mentre gioisci con loro, sempre quella mancanza, fissa nel cuore, che non riesci a distinguere o ad accettare.

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sabato 12 marzo 2016

L'Eucaristia e la massima attenzione al Corpo di Cristo di chi ha bisogno della misericordia di Dio

Gesù in casa di Simone, il fariseo
(Mt 26:1-13; Gv 12:1-8)(Mt 11:28; Gv 6:37)
36 Uno dei farisei lo invitò a pranzo; ed egli, entrato in casa del fariseo, si mise a tavola. 37 Ed ecco, una donna che era in quella città, una peccatrice, saputo che egli era a tavola in casa del fariseo, portò un vaso di alabastro pieno di olio profumato; 38 e, stando ai piedi di lui, di dietro, piangendo, cominciò a rigargli di lacrime i piedi; e li asciugava con i suoi capelli; e gli baciava e ribaciava i piedi e li ungeva con l'olio. 39 Il fariseo che lo aveva invitato, veduto ciò, disse fra sé: «Costui, se fosse profeta, saprebbe che donna è questa che lo tocca; perché è una peccatrice». 40 E Gesù, rispondendo gli disse: «Simone, ho qualcosa da dirti» [...] E, voltatosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Io sono entrato in casa tua, e tu non mi hai dato dell'acqua per i piedi; ma lei mi ha rigato i piedi di lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. 45 Tu non mi hai dato un bacio; ma lei, da quando sono entrato, non ha smesso di baciarmi i piedi. 46 Tu non mi hai versato l'olio sul capo; ma lei mi ha cosparso di profumo i piedi. 47 Perciò, io ti dico: i suoi molti peccati le sono perdonati, perché ha molto amato; ma colui a cui poco è perdonato, poco ama».

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giovedì 7 gennaio 2016

L'ira


















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martedì 15 dicembre 2015

Noi farisei

Mi chiamate il MAESTRO e non mi interrogate.
Mi chiamate vostra LUCE e non mi vedete.
Mi chiamate la VERITA' e non mi credete.
Mi chiamate la VIA e non mi seguite.
Mi chiamate la VITA e non mi desiderate.
Dite che sono SAGGIO e non mi obbedite.
Dite che sono BELLO e non mi amate.
Dite che sono RICCO e non mi domandate niente.
Dite che sono GIUSTO e non mi temete.
Dite che sono ETERNO e non mi cercate.
Dite che sono MISERICORDIA e non avete fiducia.
Dite che sono NOBILE e non mi servite.
Dite che sono ONNIPOTENTE e non mi adorate.


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venerdì 11 dicembre 2015

Perchè a volte è necessario fare del bene allontanadosi e proteggendosi

"Un uomo vide uno scorpione annegare e decise di tirarlo fuori dall'acqua. Quando lo fece, lo scorpione lo punse. Per l'effetto del dolore, l'uomo lasciò l'animale che di nuovo cadde nell'acqua in procinto di annegare. Tentò di tirarlo fuori nuovamente e l'animale lo punse ancora. 

Un giovane che era lì gli si avvicinò e gli disse: "mi scusi, ma perché continuate? Non capite che ogni volta che provate a tirarlo fuori dall'acqua vi punge? ". 

L'uomo rispose: "la natura dello scorpione è di pungere e questo non cambierà la mia che è di aiutare." 
L'uomo  rifletté e con l'aiuto di una foglia, tirò fuori lo scorpione dall'acqua e gli salvò la vita, poi rivolgendosi al giovane, continuò: "non cambiare la tua natura se qualcuno ti fa male, prendi solo delle precauzioni. Gli uomini sono quasi sempre ingrati del beneficio che gli stai facendo. Ma questo non è un motivo per smettere di fare del bene, di abbandonare l'amore che vive in te. Gli uni perseguono la felicità, gli altri la creano. Preoccupati più della tua coscienza che della tua reputazione. La tua coscienza è quello che sei e la tua reputazione è ciò che gli altri pensano di te... Quando la vita ti presenta mille ragioni per piangere, mostrale che hai mille ragioni per sorridere."

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mercoledì 9 dicembre 2015

Giubileo della Misericordia nel segno della Beata Vergine Maria

"di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono" (Lc 1,50)

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lunedì 7 settembre 2015

Santita'

La santita', forte quanto il bramare Dio

mercoledì 3 giugno 2015

Chi non rispetta il Figlio morira' dopo tanta pazienza e amore

«Un uomo piantò una vigna, la circondò con una siepe, scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano. 
Al momento opportuno mandò un servo dai contadini a ritirare da loro la sua parte del raccolto della vigna. Ma essi lo presero, lo bastonarono e lo mandarono via a mani vuote. Mandò loro di nuovo un altro servo: anche quello lo picchiarono sulla testa e lo insultarono. Ne mandò un altro, e questo lo uccisero; poi molti altri: alcuni li bastonarono, altri li uccisero. 
Ne aveva ancora uno, un figlio amato; lo inviò loro per ultimo, dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. Ma quei contadini dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e l’eredità sarà nostra”. Lo presero, lo uccisero e lo gettarono fuori della vigna. 
Che cosa farà dunque il padrone della vigna? Verrà e farà morire i contadini e darà la vigna ad altri. Non avete letto questa Scrittura: “La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d’angolo; questo è stato fatto dal Signore ed è una meraviglia ai nostri occhi”?». (Mc 12,1)

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domenica 24 maggio 2015

Tutto cio' che il Padre possiede e' mio

"Lo Spirito Santo mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve l'annunzierà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà del mio e ve l'annunzierà" (Gv 15)

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Come fare

"Agisci come se tutto dipendesse da te sapendo che nulla dipende da te" (cit. S.Ignazio)

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domenica 8 giugno 2014

Spirito Santo

Dio è Spirito e Santo! Gesù è Spirito e Santo! Ah lo Spirito Santo! Lui si che è veramente libero, come Dio e non come noi uomini illusi di trovare la libertà senza Dio, mentre inciampiamo sulle nostre stesse catene invisibili.

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sabato 7 giugno 2014

Pentecoste



Madre de’ Santi, immagine
Della città superna;
Del Sangue incorruttibile
Conservatrice eterna;
Tu che, da tanti secoli,
Soffri, combatti e preghi,
Che le tue tende spieghi
Dall’uno all’altro mar;
Campo di quei che sperano;
Chiesa del Dio vivente;
Dov’eri mai? qual angolo
Ti raccogliea nascente,
Quando il tuo Re, dai perfidi
Tratto a morir sul colle
Imporporò le zolle
Del suo sublime altar?
E allor che dalle tenebre
La diva spoglia uscita,
Mise il potente anelito
Della seconda vita;
E quando, in man recandosi
Il prezzo del perdono,
Da questa polve al trono
Del Genitor salì;
Compagna del suo gemito,
Conscia de’ suoi misteri,
Tu, della sua vittoria
Figlia immortal, dov’eri?
In tuo terror sol vigile.
Sol nell’obblio secura,
Stavi in riposte mura
Fino a quel sacro dì,
Quando su te lo Spirito
Rinnovator discese,
E l’inconsunta fiaccola
Nella tua destra accese
Quando, segnal de’ popoli,
Ti collocò sul monte,
E ne’ tuoi labbri il fonte
Della parola aprì.
Come la luce rapida
Piove di cosa in cosa,
E i color vari suscita
Dovunque si riposa;
Tal risonò moltiplice
La voce dello Spiro:
L’Arabo, il Parto, il Siro
In suo sermon l’udì.
Adorator degl’idoli,
Sparso per ogni lido,
Volgi lo sguardo a Solima,
Odi quel santo grido:
Stanca del vile ossequio,
La terra a lui ritorni:
E voi che aprite i giorni
Di più felice età,
Spose che desta il subito
Balzar del pondo ascoso;
Voi già vicine a sciogliere
Il grembo doloroso;
Alla bugiarda pronuba
Non sollevate il canto:
Cresce serbato al Santo
Quel che nel sen vi sta.
Perché, baciando i pargoli,
La schiava ancor sospira?
E il sen che nutre i liberi
Invidiando mira?
Non sa che al regno i miseri
Seco il Signor solleva?
Che a tutti i figli d’Eva
Nel suo dolor pensò?
Nova franchigia annunziano
I cieli, e genti nove;
Nove conquiste, e gloria
Vinta in più belle prove;
Nova, ai terrori immobile
E alle lusinghe infide.
Pace, che il mondo irride,
Ma che rapir non può.
O Spirto! supplichevoli
A’ tuoi solenni altari;
Soli per selve inospite;
Vaghi in deserti mari;
Dall’Ande algenti al Libano,
D’Erina all’irta Haiti,
Sparsi per tutti i liti,
Uni per Te di cor,
Noi T’imploriam! Placabile
Spirto discendi ancora,
A’ tuoi cultor propizio,
Propizio a chi T’ignora;
Scendi e ricrea; rianima
I cor nel dubbio estinti;
E sia divina ai vinti
Mercede il vincitor.
Discendi Amor; negli animi
L’ire superbe attuta:
Dona i pensier che il memore
Ultimo dì non muta:
I doni tuoi benefica
Nutra la tua virtude;
Siccome il sol che schiude
Dal pigro germe il fior;
Che lento poi sull’umili
Erbe morrà non colto,
Né sorgerà coi fulgidi
Color del lembo sciolto
Se fuso a lui nell’etere
Non tornerà quel mite
Lume, dator di vite,
E infaticato altor.
Noi T’imploriam! Ne’ languidi
Pensier dell’infelice
Scendi piacevol alito,
Aura consolatrice:
Scendi bufera ai tumidi
Pensier del violento;
Vi spira uno sgomento
Che insegni la pietà.
Per Te sollevi il povero
Al ciel, ch’è suo, le ciglia,
Volga i lamenti in giubilo,
Pensando a cui somiglia:
Cui fu donato in copia,
Doni con volto amico,
Con quel tacer pudico,
Che accetto il don ti fa.
Spira de’ nostri bamboli
Nell’ineffabil riso,
Spargi la casta porpora
Alle donzelle in viso;
Manda alle ascose vergini
Le pure gioie ascose;
Consacra delle spose
Il verecondo amor.
Tempra de’ baldi giovani
Il confidente ingegno;
Reggi il viril proposito
Ad infallibil segno;
Adorna la canizie
Di liete voglie sante;
Brilla nel guardo errante
Di chi sperando muor. 


(Pentecoste, A.Manzoni)



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mercoledì 30 aprile 2014

Perché cercate tra i morti colui che è vivo

Oggi ero con te lì in piazza mentre cercavi volti, sguardi, un contatto. Ti fermavi davanti ai più piccoli come sempre, siano essi i piccoli malati, gli ultimi o i piccoli bambini. Ci tieni tanto a questo giro con la Papa mobile si vede e si sente. Poi ti sei seduto sulla tua poltrona e dovevi fare una catechesi ma sono rimasto impressionato dalla semplicità delle tue parole che quasi mi viene da dire "troppo semplici per un Papa". Ci hai fatto ripetere tante volte "perche' cercate tra i morti colui che è vivo?" e ci dici che "Questo ammonimento, «Perché cercate tra i morti colui che è vivo», ci aiuta ad uscire dai nostri spazi di tristezza e ci apre agli orizzonti della gioia e della speranza".

Oh si la gioia! Quanto è declassata questa gioia e sostituita con il divertimento, la risata... anche con quella risata forzata per convincersi di essere felice. Ma quanto più profonda e piena è la gioia rispetto a queste piccole emozioncine! 
Papa Francesco sei un'occasione per chi non crede, non un'occasione per dire "hai saputo che ha fatto Papa Francesco oggi?" ma un'occasione per dire "hai saputo che ha fatto Papa Francesco oggi per farci capire l'infinito amore di Dio per noi?".


(Udienza Generale 23/4/2014)

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La mia morte

La morte.
Dove sta la morte?

Dov’è la mia morte?
Dov’è la sua vittoria?

(Ispirato da 1Cor 15, Kiko Argüello)

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mercoledì 8 gennaio 2014

Preghiera per abbellire la faccia

O Signore,
intervieni con urgenza
per colorare le facce scure,
lagnose, troppo sicure.
Ma a che serve esser tristi?
Ti prego, Signore,
dammi il mio buon umore quotidiano;
liberami dai mugugni e dai sospiri;
non permettere mai che mi dia
troppe preoccupazioni per quella cosa
ingombrante che si chiama “io”.
Fa’ che il sorriso sia
il mio modo di iniziare la preghiera;
che l’allegria sia la benzina
dell’anima mia.
E così un giorno
ti sentirò dire:
“tu mi hai rallegrato col tuo sorriso:
entra nella gioia eterna del mio paradiso!”.


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domenica 15 dicembre 2013

Sedurre

sedurre: dal latino seducere - composto di SE e DUCERE condurre.
Se fossi seducente da chi ti condurrei amore mio? Ti condurrei a me. E allora io mi chiederei quanto poco ti amo per condurti a così tanta pochezza e miseria.
Proprio perchè ti amo non ti sedurrò mai.


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sabato 26 ottobre 2013

Una società senza perchè

Come possiamo vivere senza perchè?
Senza un senso, cosa rispondiamo a noi stessi quando faremo del bene a qualcuno?
Perchè dovremmo privarci di qualcosa per l'altro piuttosto che prevalicare l'uno sull'altro?
Perchè mai non attingere a piene mani a ciò che ho e non usarlo solo per me?
Per far sorridere qualcuno ogni tanto? E perchè? Tanto morirà come me? 
LUI È UN CONDANNATO A MORTE COME ME...
Oggi faccio del bene domani sto male e non lo faccio. 
Oggi faccio del bene a lui, domani non lo sopporto e non me lo filo, schiattasse pure!

Potremmo fare mille leggi di stabilità ma senza la stabilità dell'amore che non rincorre i nostri sentimenti fugaci ma che ama l'altro anche se da lui riceve odio e dolore, nessuna stabilità potrà mai esserci al mondo, nessuna base sicura, nessuna famiglia reggerà al terremoto del bene senza amore.

Eppure da bambini ci chiedevamo perchè...

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Umiltà vienici a trovare

Umiltà solo in essa non vi è alcuna ipocrisia.
Che l'umiltà ci colga!!!

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domenica 18 agosto 2013

Il Purgatorio

Ogni minima pena del Purgatorio è più grave della massima pena del mondo.

(S.Tommaso D'Aquino Dottore della Chiesa Cattolica)

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sabato 23 giugno 2012

Chi ti ha creato senza di te non ti salverà senza di te. 

S.Agostino 

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domenica 17 giugno 2012

Nasce dalla morte

E in un momento ti ritrovi a chiedere e a chiedere così insistentemente che ti spingi a cedere tutto ciò che hai, la tua stessa vita, affinchè il viso di quel fratello che ti e' innanzi, si distenda, il sorriso si accenda, le sue ginocchia si pieghino, le sue mani si innalzino a te Signore. Ti spingi cosi' oltre da dire: «eccomi fa di questo mio fratello un uomo nuovo totalmente in te, convertilo, rendigli la gioia eterna che hai riservato ai cristiani e l'amore con il quale hai colmato la terra. Semmai vorrai prendi pure me e salva quest'anima affinchè se lei prima non ti conosceva ora ti ami». 

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martedì 10 aprile 2012

Come potersi rialzare da morto dopo tre giorni, aprire il sepolcro con soldati messi a vigilare affinche' mai accada cio' che era stato predetto, rotolare lontano una pietra di una tonnellata, lasciare il suo sudario a riprova di quanto accaduto, farsi vedere da 500 persone, far mettere le mani nel suo costato affinche' anche gli increduli possano credere? Come e' possibile che undici discepoli affranti dalla perdita di un maestro, di una guida, quel giorno si rialzano gioiosi per una resurrezione insperata andando in tutto il mondo ad annunciarla, come e' possibile tutto questo se non per amore di un mistero invisibile e oltre ogni uomo? 

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venerdì 3 febbraio 2012

Perche' ripeterlo

Mi e' capitato di chiedermi "perche' ripetere tante volte una preghiera, perche' nel Santo rosario ripetere 50 volte le stesse cose" ...poi pero' mi sono chiesto "ma io non faccio lo stesso con i miei cari, con le persone a cui voglio bene?".
Quante volte ho detto "amore mio" a mia moglie, quante volte ho detto ti voglio bene ai miei genitori ai miei amici? Tanto e non basteranno mai e se lo faccio poco sento che dovrei farlo di piu'.

Il Santo Curato D'Ars diceva: "Mio Dio, se la mia lingua non può dire ad ogni istante: ti amo, voglio che il mio cuore te lo ripeta ogni volta che respiro".

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domenica 22 gennaio 2012

Non molliamolo mai

Credo che il vero amore venga da Dio e che nessun vero amore puo' mai allontanarci da lui se questo amore e' in Verita'.
Il solo sentimento e le sole passioni ci lasceranno vuoti, tristi e mai liberi.

Non permettiamo mai a nessun sentimento, per quanto nobile possa sembrare, di farci mollare Gesu'. 
Non molliamolo mai per nulla al mondo!
Per quanto noi possiamo sentire di amarla, che nessuna persona su questa terra ci allontani mai dal Padre che e' nei cieli, Maria nostra madre e Gesu' nostra Salvezza, Via, Verita' e Vita!

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Contatti

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