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Volare in terra e camminare in cielo

giovedì 25 novembre 2010

Cosa e' per me l'Eucharistia

In ognuno di noi qualcosa ci dice cosa e' bene e cosa e' male. Quale solitudine e tristezza nel volto di chi compie il male. Una voce silenziosa parla, seppur da noi soffocata, si fa sentire. La nostra coscienza ci rende profondamente soli nel male, ci turba nell'anima, seppur noi tentiamo di non sentire, non udire, non vedere, non entrare in contatto con essa, quando facciamo del male, lei e' li' a dirci " non ci sto'! ". Un'impronta indelebile. Credo che a tutti capiti di chiedersi "ora cosa faccio?" e quanti vorrebbero che qualcuno gli dicesse la cosa giusta in un momento in cui non si sa' cosa fare. La coscienza e' li' per dircelo ma come tutte le cose create,essa deve nutrirsi altrimenti muore.
Ecco, l"Eucaristia e' nutrimento dell'anima, unione Mariana tra me e Gesu' e, in questa unione, in questo incontro, in questa accoglienza, si ravviva il suo Santo Spirito e il Padre che e' in me.

L'Eucaristia e' come un incontro tra il figlio, la madre e il padre, un icontro necessario, un'attrazione dalla quale non si puo' fuggire, un essere ...finalmente... di nuovo... insieme!
Per capire l'Eucaristia e cio' che provo si deve guardare a Maria, la prima ad avere creduto in suo figlio Gesu', tra gli increduli, la prima ad avere provato quella gioia e pace in lei che solo il Signore e il Suo Santo Spirito possono donare. Quale unione e' piu' forte di quella tra madre e figlio? Un unione che a differenza del matrimonio avviene da dentro di se' come carne della propria carne.

Pregare non e' la stessa cosa. Adorare, lodare non sono la stessa cosa. Quando incontro un sacerdote investito dallo Spirito Santo, posso abbracciarmelo, posso stringere le sue mani che trasformano il pane e vino in corpo di Cristo, posso baciarlo ed e' bello questo, mi fa assaporare gia' qualcosa dell'eterno, ma come potersi accontentare di un abbraccio quando posso fare mio, quando posso fondermi e rinnovare in me cio' che amo piu' di ogni altra cosa, piu' di ogni altro essere o persona? In un abbraccio si emula, si imita fisicamente un gesto di accoglienza, un gesto di iniziale apertura che prende e poi tiene, un gesto che in parte soddisfa, e' vero, ma piu' l'amore e' grande e piu' quel gesto non riempie totalmente, piu' l'amore e' grande e piu' quel gesto vorrei che fosse accoglienza totale di cio' che e' la fonte del mio amore.
Toccare il cielo con un dito questa e' per me la Santissima Comunione. Il paradiso si puo' toccare, li' a quella mensa il Paradiso ci e' dato in anticipo!

Ma tutto questo piu' si rimane lontani dalla fonte e piu' diviene vago ricordo, vaga sensazione, vago desiderio, piu' evapora e col tempo diviene arido, rinsecchisce e muore, piu' mi allontano e piu il buio inizia ad accerchiarmi per rendermi cieco, senza speranza facendomi credere che essere senza luce e' una realta' possibile.
Qualcosa del genere mi accade quando da tempo non vedo un mio caro. So' fare a meno di vederci, lasciandomi prendere dal quotidiano, dal lavoro, dalle cose da fare ma poi, quando ci si rivede, quando ci si incontra nuovamente... che grande gioia! Il cuore si riempie e mi chiedo "come ho potuto fare a meno di questo momento!". Ma penso che non sarebbe stata la stessa gioia se ero in conflitto con lui, se non ero in pace con lui. Quale gioia si puo' avere nel rivedersi se il litigio e la rabbia mi pervadono? Come posso essere felice e godere di quell'incontro se c'e' qualcosa che non va tra me e la persona che finalmente posso riabbracciare? Sarebbe stato un vero peccato non aver goduto in pieno di quel momento cosi' importante...

Si pensa a volte come cambiarebbe la nostra vita se vincessimo 1 miliardo di Euro. Beh tutto intorno a noi cambierebbe certo e passeremmo giorni a festeggiare... ma poi? Con chi staremo tutti i giorni? Con noi stessi e cio' che c'e' in noi. Una casa, un porsche riempie la nostra vita interiore o fa solo bella quella che e' fuori di noi? Non sono le relazioni con i nostri cari, gli affetti e cio' che non vediamo a restare per sempre? L'invisibile spesso cosi' semplice ma difficile da vivere e' parte della creazione e piu' di ogni altra cosa mi riempie, mi soddisfa a lungo, mi trasforma dentro e cambia cio' che e' in me, cambia cio' con cui vivo ogni giorno, me stesso, il mio cuore.

L' Eucaristia dal greco eucharisto e' rendere grazie. Per tutto questo amore cosa altro posso fare se non rendere grazie. Mi chiedo di cosa altro avrei bisogno per essere grato di questa comunione profonda, di tutto cio' che ricevo in questo atto di sacrificio, per questo atto di pura vita e gioia che Cesu' Cristo ha compiuto per me...per noi.

La relazione da' il senso alle cose. Quando cerco il senso di qualcosa lo ricerco in relazione a un contesto o in relazione a quella persona. Quella persona da' in me il senso delle cose. Pero' per dare il senso della vita ci vuole una relazione importante, una persona importante che non mi deluda mai! E chi e' questa persona cosi' buona, cosi' cara a me in questo mondo da non deludermi mai? Mia moglie? I miei figli? Mia madre? Mio padre? Mmmh! O quali altri personaggi storici, seppur amabili, ma comunque morti uccisi? O forse questa persona dovrebbe essere incomparabile a nessuna altra mai esistita? E chi altro allora piu' di Gesu', quale altro essere umano e' stato piu' buono di lui, chi ha piu' sofferto, chi e' stato piu' misericordioso, chi ha subito piu' ingiustizie, chi altro e' la vita stessa se non via e verita'? Chi era in quel sepolcro vuoto se non Gesu'? Chi ha sconfitto la morte risorgendo!?
Pur pensando alla persona piu' cara, pur pensando all'essere piu' buono della storia umana, chi piu' di Gesu' puo' dare senso alla mia vita, chi piu' di lui puo' riempirmi dentro? Chi piu' di Gesu' puo' soddisfare la mia sete d'amore senza mai, e ripeto mai deludermi? Gesu' e la fede in Lui null'altro.
Per me l'Eucaristia non e' andare da Gesu' ma e' correre da Lui, per me l'Eucaristia e' volare in terra e camminare in cielo con gioia e pace!!!

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mercoledì 24 novembre 2010

Canto liturgico

Trovo da tempo un'assonanza, una risonanza tra il canto liturgico e lo Sprito Santo, dal latino Spiritus, soffio, alito d'aria da spirare, soffiare.

Nel canto liturgico sento un'incredibile unione tra tutti quelli che cantano e qualcuno potrebbe giustamente dire che questo fa parte di una dimensione umana dell'essere in coro. Nel canto liturgico pero' sento che avviene qualcosa di infinitamente piu' ampio, piu' alto, piu' amorevole, piu' insieme, piu' "con" l'altro, piu' con Cristo. Con il canto liturgico sento che questa unione e' benedetta dal Padre, da Gesu' che e' Parola e dallo Spirito Santo. Quando canto e alzo gli occhi alla croce sento che Lui si compiace e ho in me, nel mio cuore, la stessa sensazione di chi si sente dire dal padre "Stai facendo la cosa giusta!". Come in questo caso sono convinto che questa sia Verita' perche' non e' il mio pensiero a darmi la sensazione ma e' una sensazione proveniente dall'invisibile a darmi il pensiero. Come in altri casi, in questo caso mi accade che non c'e' qualcuno che fisicamente mi stia dicendo qualcosa, nonostante la sensazione ci sia, nonostante accada in me qualcosa come se ci fosse qualcuno. Devo dire che quel qualcuno, seppure ci fosse e fosse un essere umano, genererebbe in me in me una sensazione molto piu' misera. Cio' che provo in questi casi invece e' infinitamente piu' profondo e radicale di qualsiasi altra sensazione infusa da esseri umani. Una gioia che fa piangere, una gioia che va oltre le lacrime, intensa, infinita. L'unica entita' in quel momento e' Cristo, non c'e' nessun altro.
Forse nel canto accade un ritorno, un ciclo che avvolge noi e il cielo, sembra quasi che lo Spirito Santo, Gesu' e il Padre che sono nei cieli trovino nuovo compimento nella Santissima Trinita' che e' in noi. Attraverso il canto, attraverso il nostro "respirare", lo Spirito Santo ricevuto in dono, che e' in noi e protagonista della messa, torna e conferma l'unione perfetta con il Padre, con il Cristo.
Il nostro misero respiro umano che ci permette di cantare sembra quasi riesca a soffiare il Santo Spirito alla sua fonte e sorgente, il Signore, per un' unica missione e cioe' trovare con esso la comunione col Padre. D'altro canto con cosa altro potremmo glorificare il Signore se non con cio' che Lui stesso ci ha dato, non abbiamo altro di cosi' grande che viene da noi. Lo Spirito come dono che si perpetua in noi e torna al Padre...dentro di me ho figurato un po' cosi' il canto sacro, quasi fosse un escursus Santo che l'etimo stesso della parola Spirito ci ricorda.

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