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Volare in terra e camminare in cielo

mercoledì 24 novembre 2010

Canto liturgico

Trovo da tempo un'assonanza, una risonanza tra il canto liturgico e lo Sprito Santo, dal latino Spiritus, soffio, alito d'aria da spirare, soffiare.

Nel canto liturgico sento un'incredibile unione tra tutti quelli che cantano e qualcuno potrebbe giustamente dire che questo fa parte di una dimensione umana dell'essere in coro. Nel canto liturgico pero' sento che avviene qualcosa di infinitamente piu' ampio, piu' alto, piu' amorevole, piu' insieme, piu' "con" l'altro, piu' con Cristo. Con il canto liturgico sento che questa unione e' benedetta dal Padre, da Gesu' che e' Parola e dallo Spirito Santo. Quando canto e alzo gli occhi alla croce sento che Lui si compiace e ho in me, nel mio cuore, la stessa sensazione di chi si sente dire dal padre "Stai facendo la cosa giusta!". Come in questo caso sono convinto che questa sia Verita' perche' non e' il mio pensiero a darmi la sensazione ma e' una sensazione proveniente dall'invisibile a darmi il pensiero. Come in altri casi, in questo caso mi accade che non c'e' qualcuno che fisicamente mi stia dicendo qualcosa, nonostante la sensazione ci sia, nonostante accada in me qualcosa come se ci fosse qualcuno. Devo dire che quel qualcuno, seppure ci fosse e fosse un essere umano, genererebbe in me in me una sensazione molto piu' misera. Cio' che provo in questi casi invece e' infinitamente piu' profondo e radicale di qualsiasi altra sensazione infusa da esseri umani. Una gioia che fa piangere, una gioia che va oltre le lacrime, intensa, infinita. L'unica entita' in quel momento e' Cristo, non c'e' nessun altro.
Forse nel canto accade un ritorno, un ciclo che avvolge noi e il cielo, sembra quasi che lo Spirito Santo, Gesu' e il Padre che sono nei cieli trovino nuovo compimento nella Santissima Trinita' che e' in noi. Attraverso il canto, attraverso il nostro "respirare", lo Spirito Santo ricevuto in dono, che e' in noi e protagonista della messa, torna e conferma l'unione perfetta con il Padre, con il Cristo.
Il nostro misero respiro umano che ci permette di cantare sembra quasi riesca a soffiare il Santo Spirito alla sua fonte e sorgente, il Signore, per un' unica missione e cioe' trovare con esso la comunione col Padre. D'altro canto con cosa altro potremmo glorificare il Signore se non con cio' che Lui stesso ci ha dato, non abbiamo altro di cosi' grande che viene da noi. Lo Spirito come dono che si perpetua in noi e torna al Padre...dentro di me ho figurato un po' cosi' il canto sacro, quasi fosse un escursus Santo che l'etimo stesso della parola Spirito ci ricorda.

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