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Volare in terra e camminare in cielo

lunedì 4 ottobre 2010

La coscienza, la legge e la salvezza

Spesso si crede che la coscienza sia alternativa alla legge di Dio e alla stessa Verita' di cui la Chiesa si fa Santissima custode. Si pensa con troppa faciloneria che in coscienza si possa tradire, rinunciare all'Eucaristia, in definitiva non Amare Gesu' ma con questi stessi atti ci si rende vittime del peccato e servitori del maligno. Il perseverare in questa condotta di vita, offusca la luce della coscienza e con essa svanisce la Pace della nostra Anima. Nel credere questo si ignora allo stesso tempo che la coscienza e' Dio stesso. La legge non e' semplice precetto da applicare, la coscienza e' il bene che Dio ci ha voluto segnare candidamente nel cuore, la legge e la coscienza sono l'Amore di un Padre che ci Ama infinitamente, il Suo Figlio Gesu' ce lo ha svelato.


(Rm 2, 12-16) Dio giudicherà per mezzo di Cristo. [12] Tutti quelli che hanno peccato senza la legge, periranno anche senza la legge; quanti invece hanno peccato sotto la legge, saranno giudicati con la legge. [13] Perché non coloro che ascoltano la legge sono giusti davanti a Dio, ma quelli che mettono in pratica la legge saranno giustificati. [14] Quando i pagani, che non hanno la legge, per natura agiscono secondo la legge, essi, pur non avendo legge, sono legge a se stessi; [15] essi dimostrano che quanto la legge esige è scritto nei loro cuori come risulta dalla testimonianza della loro coscienza e dai loro stessi ragionamenti, che ora li accusano ora li difendono. [16] Così avverrà nel giorno in cui Dio giudicherà i segreti degli uomini per mezzo di Gesù Cristo, secondo il mio vangelo.

(CCC 1860) L'ignoranza involontaria può attenuare se non annullare l'imputabilità di una colpa grave. Si presume però che nessuno ignori i principi della legge morale che sono iscritti nella coscienza di ogni uomo. Gli impulsi della sensibilità, le passioni possono ugualmente attenuare il carattere volontario e libero della colpa; come pure le pressioni esterne o le turbe patologiche. Il peccato commesso con malizia, per una scelta deliberata del male, è il più grave.

(CCC 1777) Presente nell'intimo della persona, la coscienza morale [Rm 2,14-16] le ingiunge, al momento opportuno, di compiere il bene e di evitare il male. Essa giudica anche le scelte concrete, approvando quelle che sono buone, denunciando quelle cattive [Rm 1,32]. Attesta l'autorità della verità in riferimento al Bene supremo, di cui la persona umana avverte l'attrattiva ed accoglie i comandi. Quando ascolta la coscienza morale, l'uomo prudente può sentire Dio che parla.

(CCC 678) In linea con i profeti [Dn 7,10; Gl 3-4; Ml 3,19] e con Giovanni Battista [Mt 3,7-12] Gesù ha annunziato nella sua predicazione il Giudizio dell'ultimo Giorno. Allora saranno messi in luce la condotta di ciascuno [Mc 12,38-40] e il segreto dei cuori [Lc 12,1-3; Gv 3,20-21; Rm 2,16; 1Cor 4,5]. Allora verrà condannata l'incredulità colpevole che non ha tenuto in alcun conto la grazia offerta da Dio [Mt 11,20-24; 12,41-42]. L'atteggiamento verso il prossimo rivelerà l'accoglienza o il rifiuto della grazia e dell'amore divino [Mt 5,22; 7,1-5]. Gesù dirà nell'ultimo giorno: “Ogni volta che avete fatto queste cose ad uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me” (Mt 25,40).

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